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Architettura "Verde" e ambiente urbano - gli spazi per la mobilità -

Tornando al tema dell'architettura verde in ambiente urbano affrontato nel numero precedente, dove si auspica una evoluzione del "costruito" verso una maggiore presenza del verde al fine di consentire alla gente di vivere un ambiente più naturale e nel contempo di attenuare il formarsi della "bolla di calore" che durante l'estate surriscalda le aree urbanizzate, è bene immaginare per il futuro una decisa modifica del modo di eseguire le piazze e gli spazi destinati alla mobilità quali strade, marciapiedi e aree di parcheggio.

Purtroppo assistiamo ancora oggi alla realizzazione di questi spazi secondo le solite modalità dove la maggior parte delle superfici è completamente pavimentata ed il verde è assente, o presente in modo decisamente scarso. Questo accade non solo nelle aree di parcheggio dei centri commerciali, ma anche nelle aree centrali delle città dove appare evidente una certa "allergia progettuale" nei confronti delle superfici permeabili ed a verde (Foto 1). Per queste aree, in un passato ormai lontano, c'era maggiore attenzione nella loro realizzazione. Le piazze dei mercati esterni agli agglomerati storici erano sistemate con filari alberati, vi erano importanti percorsi devozionali (foto 2), piazzali di chiese (Foto 3) e viottoli pavimentati con selciati dove negli interstizi tra le pietre del selciato cresceva l'erba (foto 4).







Così anche le "fughe" dei cubetti di porfido (Foto 5) erano un filtro per l'assorbimento dell'acqua piovana e per la crescita dell'erba.

Oggi invece, anche quando vengono realizzati selciati o pavimentazioni di porfido, ci si premura di eseguire dei sottofondi costituiti da massetti in calcestruzzo "armato" con reti metalliche, tali da garantire la stabilità delle pavimentazioni. Naturalmente questi massetti di sottofondo rendono i piani stradali del tutto impermeabili all'acqua e, come se non bastasse, nelle fughe tra le pietre di finitura delle pavimentazioni viene colato cemento o materiali sintetici per evitare che cresca la vegetazione. Otteniamo quindi superfici che oltre a riverberare i raggi del sole producendo calore costituiscono un habitat ostico alla crescita ed al corretto sviluppo degli alberi. La presenza di reti tecnologiche interrate e sottoservizi, composte da tubazioni di vario genere e manufatti in calcestruzzo, toglie spazio allo sviluppo delle radici arboree. Naturalmente i lastricati e le superfici pavimentate impermeabili, per gli addetti alle manutenzioni, hanno il "pregio" di essere facilmente pulite e manutenute, diversamente dalle superfici variegate dove oltre alla pulizia bisogna prevedere un intervento manutentivo del verde che comporta lavorazioni aggiuntive economicamente più impegnative.

Per queste aree adibite alla mobilità sarebbe interessante che in fase progettuale, al pari degli standard urbanistici, venissero fissati dalle Pubbliche Amministrazioni parametri "ambientali", al fine di limitare le superfici impermeabili usando le diverse tipologie di materiali che il mercato offre quali i grigliati

in calcestruzzo, (foto 6) e per i percorsi pedonali elementi in calcestruzzo permeabile o traverse di legno.

In ogni caso sarebbe opportuno evitare il più possibile l'esecuzionie diffusa di massetti di sottofondo in calcestruzzo. Sarebbe anche utile stabilire un parametro minimo di alberi per unità di superfice di parcheggio al fine di ombreggiare sia queste aree che i percorsi di arroccamento (foto 7). Per la scelta degli alberi da mettere a dimora si dovrebbero interpellare gli Agronomi, la messa a dimora di piante non deve solo incontrare il gusto personale dei progettisti, ma è opportuno scegliere gli alberi più adatti a seconda delle specificità dei luoghi degli interventi. Infine, come ulteriore soluzione, con lo scopo di ottenere maggiore mitigazione microclimatica, sarebbe opportuno introdurre prescrizioni per realizzare pergolati, per quelle aree che non è possibile inerbire.

Tali indicazioni costituiscono "Criteri Minimi Ambientali" da applicare ai progetti delle superfici destinate agli spazi della mobilità.

La maggiore permeabilità delle superfici di calpestio porterebbe anche un beneficio all'invarianza idraulica, tema questo particolarmente sensibile in questo periodo di eventi meteorici avversi e di grande intensità.

Naturalmente l'esito di una maggiore "sensibilità verde" nei confronti delle aree urbanizzate, oltre che a misurarsi in gradi centigradi durante i periodi estivi, ed a costituire un valore aggiunto in termini di sicurezza per i periodi di piogge intense, avrebbe un riflesso in termini estetici. Oltre a Città più funzionali si otterrebbero anche nuclei urbani con maggior valore estetico percettivo.






Arch. Amilcare Mione



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