Parco di Villa del Grumello: il PNRR può trasformare un luogo in un giardino da abitare
Proprio un anno fa Rivista Habitat (n. 3/2022) ospitava un articolo dedicato al Giardino storico italiano e al nuovo programma di finanziamento PNRR - nella parte destinata al restauro di parchi e giardini – che, in via straordinaria, sta operando anche a sostegno di alcune residenze private.
E proprio i giardini che si trovano all’interno di queste residenze sono – spesso - quelli più in difficoltà.
Le ragioni sono sia le scarse risorse economiche, sia il numero ridotto di professionisti specializzati nella valorizzazione di beni storici. Un modello di recupero, che sto seguendo personalmente, è il parco storico di Villa del Grumello. È un luogo che ha ricoperto, con periodi di “alti e bassi”, un ruolo di rilievo per la città di Como, sin dalla sua realizzazione nella seconda metà del ‘500. Ad un anno dall’avvio del progetto, denominato “Vis Medicatrix Naturae”, l’Associazione culturale di Villa del Grumello, ente gestore dell’intera proprietà, sta coordinando i lavori di rigenerazione del Parco, con l’obiettivo progettuale di elevare gli standard di manutenzione del verde, della sicurezza e dell’ospitalità. Sono tutti temi che hanno ricadute dirette sia sull’ambiente che sullo sviluppo del territorio.
Il parco è caratterizzato da una orografia particolare, con dislivelli fino a 50 metri tra l’accesso a lago, e la sommità del parco. Raccoglie quattro ettari di interazioni tra il giardino storico, arricchito da collezioni floreali e alberi monumentali (Cedrus libani, Pinus pinea, Ginkgo biloba, Magnolia grandiflora) e le aree boschive. È un parco, che, come altre realtà storiche, sta mostrando le sue molteplici vulnerabilità di fronte ai fenomeni estremi. Ecco perché il progetto è partito dalla fase di conoscenza, con la stesura di un censimento botanico che ha georeferenziato ogni singolo esemplare. A seguire sono arrivati gli approfondimenti diagnostici del patrimonio vegetale. La priorità di intervento è stata rivolta agli alberi monumentali, che presentano elevate criticità, e agli altri alberi ed arbusti, in tutte le operazioni di gestione delle infestazioni. Sono state svolte analisi della fertilità del suolo e studi matematici sull’utilizzo delle acque secondo modelli di sostenibilità. Sono state introdotte nuove specie botaniche, soprattutto arbustive ed erbacee, con la creazione di un giardino delle farfalle. Si sta operando sui pendii terrazzati, resi fragili dai numerosi fenomeni di dissesto idrogeologico, attraverso la ricostruzione dei muretti a secco, con l’impiego di maestranze locali. Certo, c’è ancora molto da fare, ma questo progetto ha dato una svolta al futuro del parco, grazie alla ricerca e sperimentazione di strategie coordinate tra diverse competenze: progettuali, tecniche, di pianificazione, culturali ed economico-finanziarie.
Oggi un ampio gruppo di professionisti - architetti, agronomi, fitopatologi, impiantisti e giardinieri - interviene e presidia la complessità dei processi naturali, e gli effetti posti dalla crisi climatica, al fine di prevenire la cura del parco. Non da ultimo sono stati coinvolti gli attori del territorio, i due “gioielli botanici e artistici”, entrambi beneficiarie di un progetto PNRR, Villa Carlotta in Tremezzina e Villa Monastero a Varenna, le rappresentanze delle Scuole Agrarie di Minoprio e del Parco di Monza, il Politecnico, gli Ordini professionali, Grandi Giardini Italiani, ReGis, il FAI e il Museo del Paesaggio della Tremezzina. Un tavolo operativo che fin dall’inizio ha chiesto di condividere le criticità dei Parchi, mettendo a comune risorsa l’aggiornamento tecnico dei giardinieri, e ogni possibile scambio delle informazioni utili ad una migliore cura dei siti. Prossimo passo? Un ambizioso Piano di gestione triennale pragmatico, che possa pianificare l’analisi dei rischi, gli interventi manutentivi ordinari e straordinari, i rinnovamenti con specie botaniche più adatte, e fonti di biodiversità, gli aspetti ecosistemici e impiantistici, e tutte le operazioni necessarie per una migliore accessibilità, al fine di incrementare le conoscenze e la cultura del verde e del paesaggio a servizio della comunità.
Dr.ssa Anna Zottola
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