Le capacità di diagnosi nelle indagini fitopatologiche per le piante arboree.
Uno degli incarichi più frequenti per un tecnico agronomo è quello di indagare lo stato delle malattie e lo stato di rischio per le piante arboree in ambito urbano.
Circa le metodologie e la strumentazione già ha scritto il Dr Fabrizio Butté nel numero 2/2018 della rivista.
Ciò che invece risulta altrettanto degno di approfondimenti è la capacità di diagnosi delle malattie da parte del tecnico incaricato. La capacità di diagnosi è intesa come l'insieme dei fattori che determinano un giudizio finale ed i consigli di intervento. Elementi della capacità di diagnosi, che si sviluppa negli anni, sono i seguenti: capacità di collegare nello specifico (per quella pianta che si sta indagando, in quel clima, con quella malattia specifica, in quel posto) i sintomi e metterli in ordine di importanza, collegare i sintomi alla malattia ed a quanto sta accadendo, individuare e quantificare le reazioni delle piante e dei parassiti, capire le dinamiche di comportamento di funghi e piante in quel momento, conoscere le specie vegetali, quelle fungine e come si comportano i diversi funghi patogeni per ognuna delle specie vegetali che colonizzano, influenza nel giudizio di altri fattori (condizioni climatiche, del suolo, di altre piante), collegare sintomi generici (es disseccamento rami) a specifiche malattie, capire in ogni situazione specifica la velocità di avanzamento delle diverse malattie.
Molte malattie delle piante sono asintomatiche, e molti sintomi sono generici. Ad esempio le carie del legno sono un gruppo di malattie asintomatiche, i funghi responsabili degradano legno già morto, i tessuti viventi esterni rimangono vitali così come le funzioni di trasporto e crescita secondaria. In funzione della sintomaticità le piante possono cadere ma la chioma può rimanere in buone condizioni. Molte malattie diverse fra loro danno sintomi simili (ad esempio clorosi, disseccamento, ecc). Si pensi ad esempio che sofferenza idrica e ristagno idrico danno la stessa sintomatologia (disseccamento della chioma), nel primo caso per mancanza di acqua, nel secondo per disfunzioni delle radici ed incapacità ad assorbire l'acqua presente.
L'interpretazione dei sintomi, la conoscenza delle malattie e delle piante, la conoscenza dei fattori ambientali formano la capacità di diagnosi di cui sopra.
La presenza di rami disseccati può essere sintomo di una malattia radicale, in questo caso il fatto grave non è il disseccamento di singoli rami, quanto la presenza della malattia, la sua progressione ed il fatto che i disseccamenti possono essere progressivi ed un intervento di rimozione non è esaustivo né definitivo.
Sintomi generici quali clorosi delle foglie, disseccamento di rami, scarsa vigoria, caduta di foglie, possono essere ricondotti alla vera causa primaria solo attraverso un'attenta ricerca delle cause predisponenti e dello stato di fatto di pianta. Una delle malattie delle piante arboree in diffusione è il fungo Meripilus gigantheus su alcune specie di latifoglie, ma in modo specifico su Faggio.
Meripilus gigantheus è un fungo che provoca carie bianca del legno, con degradazione della lignina delle pareti cellulari. Colonizza l’apparato radicale e la zona basale del tronco delle piante colpite, le specie soggette alla malattia sono: Faggio e Quercia. Produce corpi fruttiferi annuali larghi fino a 40 cm, riuniti in cespi uno sull’altro, normalmente fra le inserzioni delle radici. I rischi sono legati al cedimento della zolla per intenerimento dei tessuti legnosi radicali. Sintomi avanzati sono disseccamenti di parti di pianta, marcescenza delle radici, produzione di carpofori alla base delle piante colpite. Il Faggio ha areale di origine molto vasto, comprende tutti gli Appennini e le Alpi, penisola Balcanica, a Nord fino a Scozia e Scandinavia, Pirenei, ad altitudini comprese fra i 500 ed i 1400 metri. È specie che predilige i climi continentali, basse escursioni termiche durante l’anno, elevata umidità atmosferica, non tollera elevate temperature estive, necessita di elevata umidità relativa elevata durante l'estate.
Le principali malattie alle quali la specie è soggetta sono carie del legno, malattie della chioma, necrosi e cancri dei rami, tracheomicosi. La specie non è molto longeva, nell’areale di origine la vita media è di circa 150 – 200 anni, in ambito urbano e comunque in presenza di un clima diverso da quello originario la vita media risulta sensibilmente più corta. I funghi possono secernere enzimi capaci di attaccare le pareti lignificate e la cellulosa. Queste degradazioni sono in grado di provocare una riduzione della consistenza del legno rendendolo polverulento e spugnoso. Le carie del legno causano danni di notevole entità alle piante, incidendo negativamente sulla loro funzione ornamentale ma soprattutto riducendo la stabilità e la resistenza meccanica. Nel processo di formazione della carie soffice e carie bianca i costituenti del legno sono degradati da enzimi rilasciati dalle ife fungine. Il processo infettivo da parte del fungo ha inizio da ferite di varia natura al colletto, sul fusto o sulle branche. Il fungo cariogeno penetra la corteccia attraverso queste lesioni provocando alterazioni del colore e della consistenza.
Le piante posseggono meccanismi difensivi, quali barriere di reazione, accumulo di composti con azione fungistatica, formazione di legno sano in posizione più esterna a quello danneggiato. Il risultato della presenza di un fungo da carie dipende da molti fattori, fra i quali: specie del fungo e sua virulenza, stato generale della pianta, specie vegetale, condizioni climatiche. I sintomi dovuti alla presenza di funghi da carie che influiscono sulla stabilità degli esemplari arborei sono: mancanza o presenza di legno di reazione, cavità, presenza di tessuti legnosi degradati, costolature, presenza dei corpi fruttiferi dei funghi.
La sintomatologia dei funghi da carie appare tardivamente rispetto al processo di colonizzazione da parte del fungo, i sintomi sono rilevabili solo ad uno stadio molto avanzato delle malattie. I principali fattori che si prendono in considerazione per la diagnosi sono: quantificazione dello spessore di legno sano presente, dimensioni del legno alterato, specie del fungo da carie, reazioni della pianta (presenza di barriere tra legno sano ed infetto, presenza di nuovo legno di reazione formato per adeguare le strutture legnose alle sollecitazioni), stato generale della pianta. La specie del fungo da carie è di fondamentale importanza, in quanto alcuni funghi sono caratterizzati da un’elevata virulenza, e superano velocemente le difese delle piante. Vitalità dell’albero e stabilità non sono sempre strettamente legate, può accadere che alberi molto vigorosi siano facilmente soggetti a schianti. La velocità di colonizzazione dei funghi da carie è una variabile determinante ai fini di un’indagine e per la quantificazione del rischio, in quanto velocità elevate di degradazione dei tessuti legnosi aumentano il rischio di cedimenti strutturali. Oltre allo stato di fatto, consistente nella quantificazione dei tessuti legnosi danneggiati, è necessario eseguire previsioni circa la velocità di avanzamento di queste patologie. E' possibile eseguire un ricontrollo a distanza di tempo (due anni), in quanto la velocità di degradazione dipende da numerosi fattori, non quantificabili a priori (stato di salute della pianta, condizioni climatiche del periodo preso in esame, tipo di fungo da carie). La lotta contro i funghi da carie prevede interventi preventivi e curativi. Gli interventi preventivi consistono nel mantenere le piante in buone condizioni di salute, evitando tagli di potatura di grosse dimensioni, dai quali può avere inizio il processo infettivo. Gli interventi curativi sono possibili solo nella fase iniziale della malattia. In fase conclamata della malattia non è più possibile alcun intervento, in quanto molte delle strutture legnose della pianta sono state completamente degradate. A questo stadio sono anche certe le ripercussioni sulla stabilità dei soggetti arborei.
Di particolare importanza sono i seguenti fattori: stato di avanzamento della malattia, previsioni circa il suo decorso, dare la giusta importanza ai diversi sintomi, rilevare lo stato della pianta nei confronti della malattia, fattori ambientali predisponenti.
La malattia presa ad esempio delle capacità di diagnosi non è l'unica per la specie vegetale ed in generale per le piante arboree, ma di fondamentale importanza per mantenere le piante in buone condizioni sono prevenzione, messa a dimora di specie idonee in funzione dello specifico ambiente e degli spazi a disposizione, corrette distanze di impianto, corretti interventi di manutenzione nei primi anni dopo la piantagione.
Dr. Luciano Riva