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Incarichi professionali di un Agronomo n.5

Nella vita professionale delle persone capitano lavori entusiasmanti e lavori meno appassionanti. Quello richiestomi da una importante azienda del settore era fra quelli da considerare molto importanti.

L'azienda aveva vinto una gara internazionale per la costruzione di un parco pubblico con superficie di 20 ettari in una capitale di uno stato del nord Africa.

Il progettista francese aveva lavorato parecchio ed in effetti il progetto era risultato di qualità molto elevata. Prevedeva la costruzione di diversi edifici, luoghi di culto, viabilità, vasche per la raccolta delle acque, illuminazione.

Il settore con superficie di 20 Ha era il primo di una serie, dovevano ancora essere progettati i rimanenti, in totale 20 settori per una superficie di circa 400 Ha. I diversi settori circondavano la città, lo scopo era anche quello di modificare, seppur in minima parte, il microclima di una parte della capitale.

L'incarico riguardava la direzione lavori per la parte a verde, con gestione dei giardinieri, delle forniture e la realizzazione come da progetto.

Complessivamente dovevano essere fornite e posate circa 90.000 piante, arboree, cespugli e piante erbacee.

Le piante erano state scelte dal progettista in funzione del loro adattamento ai climi torridi del nord Africa. Ad esempio alcune piante arboree erano le seguenti: Delonix regia (fiori rossi molto vistosi), Phoenix dactilifera (Palma da datteri), Thevetia peruviana (pianta di terza grandezza con fiori gialli), Washingtonia sp (Palme), Tamarix gallica (Tamerice), Agave sp, Dracaena, Euphorbia, Ficus sp, Ceratonia siliqua, ecc. L'incarico prevedeva la presenza in cantiere per una settimana al mese, durante la quale avrei dovuto organizzare il lavoro delle persone per le successive 3 settimane. Il parco era stato progettato con pacciamatura minerale, tutta la superficie doveva essere coperta da pietre, per diminuire la perdita di acqua per evaporazione dal suolo e per limitare i danni del vento con trasporto di sabbia.

Nello specifico servivano sopralluoghi nei vivai (localizzati in Egitto) per verificare la qualità delle piante e scegliere le migliori per la fornitura, predisporre un'area in cantiere per il loro immagazzinamento temporaneo, con irrigazione ed ombreggianti, verificare la rispondenza con la normativa fitosanitaria.

Per ciò che riguardava il terreno scegliere fra 4 diverse fonti la migliore fornitura di suolo, scelta dopo campionamento ed analisi da quattro luoghi differenti. Garantire la fornitura delle pietre per pacciamatura, nella quantità di 1.500 mc, Ø 4-6 cm, con diversa colorazione. Occorreva interfacciarsi con le altre imprese presenti, sia per i mezzi che per la pianificazione delle lavorazioni, e per la scelta del momento nel quale eseguire le opere. Le imprese presenti erano numerose, quasi tutte italiane, i lavori di giardinaggio erano gli ultimi ad essere eseguiti.

Per ciò che riguardava il terreno scegliere fra 4 diverse fonti la migliore fornitura di suolo, scelta dopo campionamento ed analisi da quattro luoghi differenti. Garantire la fornitura delle pietre per pacciamatura, nella quantità di 1.500 mc, Ø 4-6 cm, con diversa colorazione.

Occorreva interfacciarsi con le altre imprese presenti, sia per i mezzi che per la pianificazione delle lavorazioni, e per la scelta del momento nel quale eseguire le opere. Le imprese presenti erano numerose, quasi tutte italiane, i lavori di giardinaggio erano gli ultimi ad essere eseguiti.

La logistica era complessa poiché occorreva eseguire il livellamento del suolo, predisporre gli impianti, da ultimo stesura delle pietre da pacciamatura. Le pietre andavano posate a mano, non con mezzi meccanici per evitare di rovinare le piante già messe a dimora. I primi sopralluoghi furono dedicati alle analisi del suolo. Per muoversi da un luogo all'altro per i campionamenti c'era a disposizione un autista, ma spesso era già occupato. Decisi di fare autonomamente, adocchiai il cumulo di suolo e stimai in 1 Km la distanza. Sembrava 1 Km ma in realtà la distanza era molto maggiore, feci molta fatica sotto il sole a raggiungere il cumulo, fare i prelievi e ritornare.

All'inizio il cantiere si presentava come una landa desolata, con presenza di sabbia e null'altro.

Erano presenti solo le casette di cantiere con ingegneri e geometri che lavoravano al chiuso protetti da un buon impianto di condizionamento.

Il mio lavoro invece prevedeva sopralluoghi all'esterno, per il suolo, le piante e la direzione lavori.

Il lavoro era complesso, ma aveva alcuni vantaggi. Ad esempio non dovevo occuparmi delle prenotazioni dell'aereo e dell'albergo, la logistica era organizzata dagli ingegneri. Appena arrivai era presente un responsabile per parte del progettista, aveva appena finito un parco in Sud America e volle sapere di cosa mi occupassi. Il lavoro era pubblico, dopo qualche tempo comparve un emissario dello stato. Fece il suo ingresso in cantiere con una Porche Cayenne di colore arancione e oro, era possibile vedere la macchina a centinaia di metri di distanza. Il lavoro di costruzione del parco iniziò, gli aspetti più complicati risiedevano nella gestione delle piante, con temperature atmosferiche molto elevate.

L'altra difficoltà risiedeva nell'interfacciarsi con tutte le altre aziende presenti in cantiere, un ritardo di qualsiasi altro lavoro comportava modifiche nella costruzione del verde.

I lavori iniziali furono realizzati per una piccola superficie, circa 1 Ha, a giudizio dei progettisti la qualità dell'opera era molto buona. Ci trovavamo nell'estate del 2010 e di lì a poco sarebbe scoppiata una guerra nel paese, con partecipazione di alcuni stati europei. L'ultimo sopralluogo lo feci al mese di agosto, a settembre non fu più possibile entrare nel paese. Non vi feci più ritorno, ed il cantiere rimase come lo lasciammo, tutt'ora incompiuto.


Dr. Luciano Riva

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