A come Abitare l’Ambiente
Lo scorso 5 giugno si è celebrata la Giornata mondiale dell’Ambiente, della quale ricorre il cinquantesimo anniversario.
Fu istituita, nel 1972, ad opera delle Nazioni Unite.
Il tema di quest’anno, scelto dalla Svezia, è: “Only One Earth” - “Solo una Terra”.
È un messaggio forte, che intende richiamare l’attenzione sulle risorse limitate della natura, e sulla necessità di impegnarsi a preservarle per questa e per le prossime generazioni.
In Italia, quando si parla di ambiente, Habitare è sempre in prima fila. Il periodico propone argomenti tecnico-scientifici relativi all’Ambiente.
Sarebbe utopistico, in poche righe, mettere in luce i reali cambiamenti in corso, e soprattutto superare il frequente smarrimento che ciascuno di noi sperimenta di fronte alle sfide che presenta il futuro.
Troppo spesso preferiamo fare riferimento ad un generico destino che ci guiderebbe, una forza che sceglierebbe per noi, magari affiancata da un “cattivo compagno di strada”: l’allarmismo. Da qui, il passo successivo è, quasi sempre, l’“indifferenza”.
La produzione di beni e di prodotti alimentari, per una popolazione mondiale in costante aumento, sottrae risorse alla biosfera (acqua, aria, suoli, biodiversità).
Il riscaldamento climatico rischia di esporre le persone alle catastrofi naturali. Sono, queste, alcune considerazioni che dovrebbero spingerci a prendere il futuro nelle nostre mani, e a cambiare prospettiva, affrontando le sfide dell’ambiente mettendosi in gioco in modo consapevole.
In quest’ottica, non facile ma comunque possibile, ricordiamo che lo scorso 8 febbraio c’è stata una piccola riforma anche in Italia.
Ci siamo dotati di nuove disposizioni - espressamente finalizzate alla protezione dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile - con le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione.
Nello specifico, sono stati introdotti il tema della responsabilità delle future generazioni (art.9) e il tema della libera iniziativa economica, bilanciata con il diritto della salute e dell’ambiente (art.41).
È un passo davvero ricco di significato, sia da un punto di vista normativo, sia da un punto di vista dell’arrivo delle prossime competenze Stato - Regioni. Ciononostante, la vera sfida è quella di riuscire a creare, in ognuno di noi, un approccio maggiormente multidisciplinare e pedagogico, partendo, laddove possibile, proprio dalle istituzioni scolastiche.
Oggigiorno sono già numerosi i singoli progetti didattici dedicati alla natura, al riciclo, alla raccolta dei rifiuti abbandonati, agli itinerari nei boschi, ma non è ancora stato legiferato un piano studi destinato alle scuole primarie, e secondarie, nel quale venga inserita la disciplina della “Tutela e protezione dell’ambiente”.
Anche in questo contesto sociale, come in altri, saranno la consapevolezza, l’intelligenza, la conoscenza e la moralità, a orientare il nostro avvenire, prima che sia il presunto destino a imporcelo.
Dr.ssa Anna Zottola
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