top of page

Genius Loci

Christian Norberg Schulz nel suo libro "Genius Loci"(₁) sostiene che già gli antichi Romani associavano ai vari luoghi un "Genius Loci" che li caratterizzava ed aveva anche la funzione di spirito protettore. Ebbene questa sensazione di "Forte Presenza" così come descritta da Schulz la si coglie nella sua vera essenza attraversando il paesaggio della pietra rossa tipica di un ampio areale che dalle pendici nord del massiccio del Campo dei Fiori attraversa diagonalmente la Valganna il monte Piambello per scendere verso il lago Ceresio e giungere fino quasi a Lugano. Un territorio fatto di scenari mozzafiato, di monti, di laghi, di boschi. Un paesaggio dove l'urbanizzazione, salvo in alcune sue parti di fondovalle, non ha ancora pervaso l'ambiente e dove l'elemento ricorrente oltre al verde dei boschi, quello dei prati, l'azzurro del cielo, è l'affiorare di questa roccia sanguigna che si accumula sulle pietraie scoscese delle pendici montane, emerge dal sottobosco delle sue foreste, ti viene incontro lungo le strade dove i bordi verso monte sono stati sbancati "brillando" le rocce e infine si presenta in tutte le costruzioni di questi piccoli borghi, case, chiese, edifici pubblici, e monumenti. Così abbiamo i vecchi selciati del centro storico di Brinzio, le antiche pietre della Badia di San Gemolo in Ganna, la stazione di Ghirla e poi salendo verso l'Alpe Tedesco si presenta nei vecchi casolari montani, quindi scendendo verso i paesi di Cavagnano, Cuasso al Monte e Cuasso al Piano assistiamo ad un "unicum" di pietre rosse.

Succede così che qeusti sassi, o piuttosto il loro "Genius Loci", te lo porti negli occhi e nella mente anche al di fuori dall'areale suo proprio, perchè subito lo distingui nelle costruzioni dei territori limitrofi dove pure viene usato come pietra da costruzione o di finitura, nelle pavimentazioni urbane e nei nei fabbricati industriali, nei palazzi, nei monumenti e nelle tombe dei cimiteri. Lo ritrovi nelle "bocce" tonde lungo il greto del fiume Olona a molti chilometri di distanza dalla zona di origine, tanto da pensare che questa pietra veramente possieda in sè uno proprio spirito o forse semplicemente ha una sua bellezza intrinseca, una vivacità che emerge nel suo splendore soprattutto in quei parchi della "Città Giardino" (dove è stata posata come selciato nella forma di cubetti di porfido) allorchè, dopo un acquazzone estivo, ritorna il sereno e viali risaltano nel loro colore brillante e vivace circondato dal trionfo del verde degli alberi.


(₁) Christian Norberg Schulz, Gruppo Editoriale Electa, Milano 1979



Arch. Amilcare Mione





Comments


bottom of page