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Gymnopus e Meripilus, due pericolosi parassiti delle piante arboree

Gymnopus fusipes e Meripilus gigantheus, parassiti insidiosi di piante arboree, colpiscono gli apparati radicali, il primo degrada le radici del genere Quercus (Quercus rubra), il secondo dei generi Quercus (Quercia) e Fagus (Faggio).

Sono due parassiti fungini agenti di carie del legno, degradano le strutture legnose di sostegno di piante arboree localizzate nelle radici e nella parte del fusto sotto il livello del suolo. A causa della loro azione le piante possono diventare non stabili, nel lungo periodo possono esserci influenze sulla vitalità. L'individuazione dei due parassiti, e di conseguenza la conoscenza circa l'evoluzione della malattia, è tutt'altro che agevole. Il primo parassita (Gymnopus) produce carpofori annuali nella stagione autunnale, questi compaiono al verificarsi di idonee condizioni ambientali (temperatura e umidità). I carpofori durano poco nel tempo (circa 3 settimane), servono per la riproduzione dei funghi e vengono utilizzati per la loro identificazione.

I sintomi, come in molti funghi che provocano carie del legno, sono quasi inesistenti in fase iniziale della malattia. Questi parassiti degradano cellule legnose morte con funzioni di sostegno, gli organi di trasporto delle piante rimangono integri, con assenza di sintomi sulla chioma. I sintomi compaiono tardivamente, quando la malattia è in fase avanzata. Nei casi riscontrati nella realtà i sintomi erano i seguenti: disseccamenti della chioma fino ai rami di terzo ordine, callo cicatriziale (conseguente all'infezione) in posizione orizzontale sotto al colletto negli alberi colpiti, formazione al colletto di nuove radici avventizie, degradazioni corticali e sottocorticali appena sotto il livello del suolo (dalle quali dipendono i disseccamenti in quota), callo cicatriziale orizzontale appena sopra la zona con degradazioni alla base degli alberi. Il fungo è responsabile della degradazione delle strutture legnose delle radici e della parte del fusto sotto il livello del suolo. Per la posizione che occupa sull’albero non è facilmente diagnosticabile. I sintomi in quota sono generici, consistono in disseccamenti di rami, ma questi sintomi possono essere provocati da molte altre cause. I sintomi al colletto, descritti sopra, sono più specifici e riferibili al parassita. Anche questi non facilmente identificabili perché visualizzabili sotto il livello del terreno.

Una volta determinata la specie del fungo è possibile avere più informazioni riguardanti l'agente di malattia: come si comporta e quale è la velocità di avanzamento all'interno dei tessuti legnosi dell'albero. In effetti il fungo è classificato come agente di carie del legno, cioè facente parte di un gruppo di funghi che degradano lignina e cellulosa, rendendo di consistenza spugnosa i tessuti legnosi delle piante arboree. Gli agenti di carie sono nella maggior parte dei casi asintomatici, degradano le cellule legnose ma risparmiano i tessuti di trasporto. Le piante sono asintomatiche sulla chioma ma possono esserci ripercussioni sulla stabilità. In questo caso il comportamento del fungo può essere considerato anomalo rispetto alla maggior parte degli agenti di carie, nel senso che degrada le cellule legnose ma provoca anche lesioni alle cellule di trasporto, determinando i sintomi di disseccamento in chioma ed i danni ai tessuti legnosi. La malattia per le sue caratteristiche può essere confusa con altre che nelle querce provocano disseccamenti, ad esempio cancri dei rami, malattie fungine radicali, conseguenze di danni meccanici. Per gli stessi motivi gli effetti della malattia possono essere sottostimati, sorge la necessità di eseguire sopralluoghi mirati ed approfonditi.

I disseccamenti di rami normalmente non fanno pensare a ripercussioni sulla stabilità, ma in questo caso la malattia determina sia disseccamenti che influenze sulla stabilità.

Oltre al riconoscimento della malattia, che permette di individuarne il decorso, è opportuno eseguire una diagnosi circa lo stato di avanzamento, le ripercussioni sulla stabilità e sulla vitalità. Trattandosi di carie dei tessuti legnosi delle radici e della parte interrata del fusto potrebbero essere eseguite prove di pulling test, ma in questo caso i risultati non sono stati incoraggianti. I risultati delle prove strumentali non hanno fornito indicazioni chiare sullo stato di avanzamento della malattia. Prove di trazione eseguite su piante molto colpite hanno dato risultati soddisfacenti, pari a quelli di piante non malate. Per le caratteristiche della malattia e del suo decorso la metodica del pulling test non appare come la migliore metodica di indagine utilizzabile. Il miglior strumento è il tomografo, con i sensori applicati al di sotto del piano del terreno ed al di sotto del colletto. La tomografia a scopo diagnostico andrebbe eseguita nella parte di fusto interrata. In questo caso si ottiene un'esatta descrizione della malattia, con eventuali reazioni da parte dell'albero (legno di reazione e barriere), stadio della colonizzazione, indicazioni sulla stabilità dell'esemplare arboreo oggetto di indagini, previsioni circa l’andamento futuro dell’interazione parassita-pianta-fattori climatici. La malattia può essere rallentata se diagnosticata in fase iniziale, attraverso la distribuzione dei prodotti utilizzati per contrastare le carie del legno. In caso di malattia in fase avanzata sono ormai certe le ripercussioni sulla stabilità (danneggiamento di tessuti legnosi) e sulla vitalità (estesi disseccamenti). Vista la particolarità dell'agente di malattia (danni ai tessuti legnosi della base del tronco) sono necessari sopralluoghi per monitorare la situazione, per individuare le fasi iniziali di eventuali infezioni (lesioni ai tessuti corticali della base del tronco), per verificare l’efficacia degli interventi curativi. Meripilus gigantheus mostra comportamento analogo, la malattia fungina provoca degradazioni delle strutture legnose di radici e base del fusto. L'agente di malattia colpisce soprattutto Faggio e Quercia rossa. Benché il decorso della malattia non sia tra i più rapidi (ad esempio Fomes fomentarius e Ganoderma adspersum su Faggio mostrano velocità di colonizzazione molto superiore) le ripercussioni sulla stabilità sono certe.

La loro gravità non coincide con la gravità dei sintomi, a sintomi lievi spesso corrispondono ripercussioni gravi sulla stabilità. Meripilus gigantheus è un fungo che provoca carie bianca del legno, con degradazione della lignina delle pareti cellulari. Colonizza l’apparato radicale e la zona basale del tronco delle piante colpite. Produce corpi fruttiferi annuali larghi fino a 40 cm, riuniti in cespi uno sull’altro, normalmente fra le inserzioni delle radici. I rischi sono legati al cedimento della zolla per intenerimento dei tessuti legnosi radicali.

Sintomi avanzati sono disseccamenti di parti di pianta, marcescenza delle radici, produzione di carpofori alla base delle piante colpite. Per modalità di azione sulle piante arboree questo parassita fungino assomiglia al precedente, le modalità di diagnosi coincidono, il migliore strumento per determinare lo stato della malattia e le razioni dell'albero è il tomografo, con tomografia eseguita nella parte di fusto sotto il colletto.

Servono quindi strumenti e metodiche di indagine per verificare le influenze della malattia sulla stabilità, ed anche verifiche di miglioramenti in caso di interventi di cura.

Servirebbero protocolli di intervento specie - specifici, vale a dire una volta diagnosticata una malattia (in questo caso Meripilus gigantheus) modalità di intervento per un'esatta misura delle influenze della malattia sulla stabilità, quali metodiche applicare, quali strumenti di indagine utilizzare.

Definire metodiche di indagine e di cura specifiche per ogni specie parassita, ed eventuali variazioni a seconda di ogni specie arborea ospite.

Il primo step è la diagnosi. La capacità di diagnosi è intesa come l'insieme dei fattori che determinano un giudizio finale ed i consigli di intervento. Elementi della capacità di diagnosi, che si sviluppa negli anni, sono i seguenti: capacità di collegare nello specifico (per quella pianta che si sta indagando, in quel clima, con quella malattia specifica, in quel posto) i sintomi e metterli in ordine di importanza, collegare i sintomi alla malattia a quanto sta accadendo, individuare e quantificare le reazioni delle piante, capire le dinamiche di comportamento di funghi e piante in quel momento, conoscere le specie vegetali, quelle fungine e come si comportano i diversi funghi patogeni per ognuna delle specie vegetali che colpiscono, influenza nel giudizio di altri fattori (condizioni climatiche, del suolo, di altre piante), collegare sintomi generici (es disseccamento rami) a specifiche malattie, capire in ogni situazione specifica la velocità di avanzamento delle diverse malattie. Molte malattie diverse fra loro danno sintomi simili. Si pensi ad esempio che stress idrico e ristagno idrico danno la stessa sintomatologia (disseccamento della chioma), nel primo caso spesso per mancanza di acqua, nel secondo per disfunzioni delle radici ed incapacità ad assorbire l'acqua presente.

L'interpretazione dei sintomi, la conoscenza delle malattie e delle piante, la conoscenza dei fattori ambientali formano la capacità di diagnosi di cui sopra.

La presenza di rami disseccati può essere sintomo di una malattia radicale, in questo caso il fatto grave non è il disseccamento di singoli rami, quanto la presenza della malattia, la sua progressione ed il fatto che i disseccamenti possono essere progressivi ed un intervento di rimozione non è esaustivo né definitivo.

In caso di funghi che provocano carie del legno i principali fattori che si prendono in considerazione per la diagnosi sono: quantificazione dello spessore di legno sano presente, dimensioni del legno alterato, specie del fungo da carie, reazioni della pianta (presenza di barriere tra legno sano ed infetto, presenza di nuovo legno di reazione formato per adeguare le strutture legnose alle sollecitazioni), stato generale della pianta. La velocità di colonizzazione dei funghi da carie è una variabile determinante ai fini dell’indagine e della quantificazione del rischio, in quanto velocità elevate di degradazione dei tessuti legnosi aumentano il rischio di cedimenti strutturali nel breve periodo.

È possibile eseguire un ricontrollo a distanza di tempo (due anni), in quanto la velocità di degradazione dipende da numerosi fattori, non quantificabili a priori (stato di salute della pianta, condizioni climatiche del periodo preso in esame, tipo di fungo da carie).

La lotta contro i funghi da carie prevede interventi preventivi e curativi.

Gli interventi preventivi consistono nel mantenere le piante in buone condizioni di salute, evitando tagli di potatura di grosse dimensioni, dai quali può avere inizio il processo infettivo. Opportuna scelta della specie al momento dell’impianto e predisposizione di un ambiente favorevole alle singole specie vegetali.

Gli interventi curativi sono possibili solo nella fase iniziale della malattia.

In fase conclamata della malattia non è più possibile alcun intervento, in quanto molte delle strutture legnose della pianta sono state completamente degradate.

A questo stadio sono anche certe le ripercussioni sulla stabilità dei soggetti arborei.

La presenza di rami disseccati può essere sintomo di una malattia radicale, in questo caso il fatto grave non è il disseccamento di singoli rami, quanto la presenza della malattia, la sua progressione ed il fatto che i disseccamenti possono essere progressivi ed un intervento di rimozione non è esaustivo né definitivo.

In caso di funghi che provocano carie del legno i principali fattori che si prendono in considerazione per la diagnosi sono: quantificazione dello spessore di legno sano presente, dimensioni del legno alterato, specie del fungo da carie, reazioni della pianta (presenza di barriere tra legno sano ed infetto, presenza di nuovo legno di reazione formato per adeguare le strutture legnose alle sollecitazioni), stato generale della pianta. La velocità di colonizzazione dei funghi da carie è una variabile determinante ai fini dell’indagine e della quantificazione del rischio, in quanto velocità elevate di degradazione dei tessuti legnosi aumentano il rischio di cedimenti strutturali nel breve periodo.

È possibile eseguire un ricontrollo a distanza di tempo (due anni), in quanto la velocità di degradazione dipende da numerosi fattori, non quantificabili a priori (stato di salute della pianta, condizioni climatiche del periodo preso in esame, tipo di fungo da carie). La lotta contro i funghi da carie prevede interventi preventivi e curativi.

Gli interventi preventivi consistono nel mantenere le piante in buone condizioni di salute, evitando tagli di potatura di grosse dimensioni, dai quali può avere inizio il processo infettivo. Opportuna scelta della specie al momento dell’impianto e predisposizione di un ambiente favorevole alle singole specie vegetali.

Gli interventi curativi sono possibili solo nella fase iniziale della malattia.

In fase conclamata della malattia non è più possibile alcun intervento, in quanto molte delle strutture legnose della pianta sono state completamente degradate.

A questo stadio sono anche certe le ripercussioni sulla stabilità dei soggetti arborei.



Dr. Luciano Riva



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