Il Parco di Villa Recalcati a Varese (parte prima)
Più precisamente nella "CastellanzadiCasbeno"¹, una località rurale situata a soli dieci minuti a piedi dall'antico Borgo di Varese.
Nel XVII secolo, secondo un modello comune in Lombardia ed in buona parte dell'Europa, i ceti più abbienti iniziarono ad orientare gli investimenti di denaro verso gli acquisti fondiari. Con la terra si consolidava la ricchezza oramai raggiunta, attestando un potere non solo economico ma anche sociale. Soprattutto dopo gli anni Trenta del '600, si potevano fare ottimi affari. I Recalcati seppero approfittare di questa congiuntura economica favorevole riconvertendo investimenti e risorse nel mercato immobiliare con acquisti di importanti dimore rurali oltre che di vasti appezzamenti di terreno². La motivazione che ha portato ad acquisire proprio questo sito non ci è data sapere, tuttavia Paolo Cottini, autore de "I giardini della città Giardino", ricorda che in quegli anni un componente della famiglia Recalcati, Fra Giovan Pietro da Milano (al secolo Gabriele Recalcati 1617-1681), era frate francescano presso l'antico convento di Casbeno, conoscendo lo stato dei luoghi avrebbe forse suggerito ai propri famigliari l'acquisto del bene. Questa considerazione è solo un'ipotesi, non suffragata da alcun documento. Allo stesso modo non siamo in grado di conoscere il nome dei precedenti proprietari, di essi rimane solo lo stemma rappresentato in un affresco dipinto sopra la caminiera della sala principale situata al primo piano della villa. Nello stemma appare un albero affiancato da due forme circolari (ruote?) e sovrastato da un'aquila (foto1).
(Foto1) stemma del dipinto sulla caminiera della sala al primo piano di Villa Recalcati.
La cosa curiosa è la presenza dell'albero dentro lo stemma, una sorta di buon auspicio per la formazione di quello che sarà il futuro parco. Il compendio immobiliare di recente acquisto era denominato Casben Sorée (ovvero Casbeno di sopra) in quanto situato a monte del gruppo di cascine e del convento Francescano che formavano il nucleo principale della Castellanza. La villa vera e propria era attorniata da un gruppo di edifici quali la casa da massaro, la ghiacciaia, le stalle per cavalli, i fienili, il torchio con diversi tini, il forno, oltre che vaste superfici agricole. Queste erano destinate a prato, alla coltivazione di cereali, a vigneto intervallato da piante di gelso per la bachicoltura e da piante da frutta e una parte boscata a conifere.
I Recalcati avevano preso l'abitudine di risiedere a Milano in inverno, mentre durante le belle stagioni vivevano nella villa di Varese, ciò permetteva loro di seguire da vicino le attività agricole che si svolgevano nella campagna e nel contempo potevano intrattenere ottime relazioni con i proprietari delle altre ville situate in città, ed anche ospitare illustri personaggi che per ragioni diverse soggiornavano nel borgo. Per tutto il seicento e fino buona parte del settecento parlare di Parco della Villa Recalcati è decisamente eccessivo in quanto i terreni di pertinenza rimasero in prevalenza destinati all'uso agricolo, lo spazio del giardino era molto ridotto. Ciò lo si desume sia dalla descrizione di una perizia redatta per ragioni ereditarie nel 1665, ed anche dai rilievi topografici eseguiti per redigere il Catasto Teresiano risalenti al 1722. Nella perizia si parla.di "un'area verde disposta su due livelli, cinta da muri in mattoni con funzione di parapetto coperto con lastre di pietra dove potevano trovarsi aiuole e bordure decorate con essenze floreali.” Il doppio Giardino, sfruttando la naturale pendenza del terreno che scende in leggero declivio verso il lago di Varese, godeva della vista della campagna circostante. I due terrazzamenti si prestavano alla realizzazione di un disegno formale del giardino, in particolare quello attiguo alla dimora mentre per il livello inferiore si può supporre che fosse destinata alla coltivazione di piante da frutto disposte a spalliera lungo il muro di cinta"³.
Nel Catasto Teresiano la parte adibita a giardino è definita da un quadratino verde a ridosso dei fabbricati colorati di rosa ed è chiamato "Brolo" (Foto2), un’accezione questa che fa riferimento più ad un HortusConclusus che a un vero e proprio parco. La "postura" di questo giardino a ridosso della facciata della villa e le sue dimensioni di circa 40x40 metri ricordano molto il coevo giardino del "Castello di Belforte", che è rimasto ancor oggi, come per uno strano incantesimo o sortilegio, nello stato in cui era nel XVII secolo (foto3) sia per quanto riguarda l'aspetto dell'edificato sia per ciò che riguarda il contesto territoriale.
Anche qui a "Belforte" il giardino è posto a ridosso della facciata opposta a quella dell'ingresso ed è delimitato da un muro di pietre e di scaglie di mattoni con dimensioni di circa 40x40 metri (foto4).
Ovviamente la vegetazione non è quella di allora, ma è costituita da sterpi e rovi e lungo la recinzione sono sorti diversi "capanni".
Malgrado ciò ancor oggi riusciamo ad intuire bene gli spazi ed il contesto di quello che poteva essere un giardino formale del cinquecento nelle ville varesine. Attraverso un'indagine archeologica (landscape archaeology), si potrebbero acquisire interessanti informazioni relative ai giardini formali dell'epoca.
Per quanto riguarda gli aspetti botanici di Villa Recalcati non ci resta che tornare alla citata perizia del 1665 in cui vengono descritte "piante, fiori e bordure" e possiamo immaginare che vi fossero piantumati tutti gli arbusti tipici del giardino all'italiana quali il bosso, il tasso, e l'alloro messi a dimora secondo le tipiche geometrie dell'arte topiaria (foto5).
Non possiamo escludere la presenza di piante di agrumi coltivati a spalliera contro muri di recinzioni, o in vasi destinati a formare veri e propri boschetti, come si possono osservare nei giardini storici dell'Isola Bella o di Villa Cicogna Mozzoni a Bisuschio.
Per quanto riguarda invece il contesto paesaggistico di Villa Recalcati tra il XVII e il XVIII secolo potremmo fare riferimento ai due dipinti esposti nella Pinacoteca di Brera, realizzati nel 1744 da Bernardo Bellotto (nipote di Canaletto). Il primo dipinto inquadra la villa Cagnola, ex villa Perabò di Gazzada, attorniata dal paesaggio agreste circostante dove in secondo piano si intravede il lago di Varese, mentre sullo sfondo si scorge la catena del Monte Rosa (foto6).
Il secondo dipinto ritrae l'abitato di Gazzada e sullo sfondo le prealpi comasche⁵ (foto6). Queste due vedute del Bellotto, sia pure con inquadrature di luoghi diversi da quelli di Villa Recalcati, danno tuttavia un'idea molto veritiera di ciò che potevano essere allora i dintorni di Casbeno⁵. La situazione cambiò dopo 1765 con la nomina di Francesco III d'Este a Signore di Varese che portò la città in un periodo di notevole rinnovamento, sia per quanto riguarda l'aspetto urbano, sia per alcune utili iniziative in materia di salute e di vita sociale.
Francesco III acquistò la villa degli Orrigoni situata a ridosso del Borgo presso l'allora Porta Campagna, per trasformarla subito in un grande palazzo, realizzando nel contempo un sontuoso giardino sul modello di Schönbrun.
Successe così che i nobili varesini, di riflesso, adeguarono le loro residenze realizzando dei parchi sul modello del nascente Palazzo Estense. Questa moda si consolidò nel tempo e la città assunse così un carattere decisamente elegante tanto che Giacomo Leopardi in una lettera inviata alla sorella Paolina il 7 settembre 1825 definì Varese "la Versailles di Milano". Anche i Recalcati decisero di adeguare il loro giardino secondo le nuove tendenze. L'idea fu quella di realizzare un ampio parco sulla tipologia di quelli francesi. Per fare questo si doveva procedere a rendere piano il declivio che scendeva verso le cascine di Casbeno.
L'idea fu quella di realizzare delle grotte (elementi tipici e ricorrenti nei giardini rinascimentali) che avrebbero avuto la funzione di contenere il terreno per rendere piano il declivio esistente. Infatti nella parte bassa della proprietà, in prossimità delle sottostanti cascine, venne realizzata una costruzione lunga circa quaranta metri, larga otto metri e alta cinque, in pratica una galleria con volte a crociera la cui parete nord costituiva di fatto un muro di contenimento della terra, in modo da colmare il declivio naturale del terreno ottenendo così un'ampia spianata sulla quale poter disegnare il giardino "Francese" (foto7).
L'infilata della galleria venne rifinita con superficie a spugna mediante uso di roccaglie ed elementi tufacei ed aveva la funzione di luogo di frescura per le calde stagioni estive. Per quanto riguarda l'aspetto botanico oltre alle piante tipiche dei giardini formali come il bosso e il tasso, registriamo per quel periodo un uso consistente del carpino sia per la realizzazione di siepi di bordura sia per la formazioni di lunghi corridoi (carpineti) che consentivano nelle stagioni calde un passeggio ombreggiato lungo le aumentate percorrenze del nuovo sito.
Nel 1825 La dinastia Recalcati si estinse e la villa fu acquistata da Giovan Battista Morosini che vi abitò con la famiglia per diversi anni. Durante la proprietà dei Morosini (1829-1872) non si hanno notizie di opere riguardanti il parco, ad eccezione della posa di un cippo che la moglie del Morosini, Emilia Zeltner, fece inserire a ricordo dell'eroe Polacco Tadeusz Kosciuszko (foto8), e forse a voler piangere la perdita del figlio Emilio Morosini caduto eroicamente nel 1849 in difesa della Repubblica Romana. La Zeltner in quel periodo iniziò ad affittare alcune parti della villa a villeggianti stranieri, anticipando in tal modo la brillante stagione vissuta dalla dimora Recalcati nella seconda metà del XIX secolo. (segue)
¹AnticamentelafisionomiadiVaresecomprendevail Borgo,colcentrocivileereligioso,eleseiCastellanzeadessocollegate:Bosto, Giubiano, Casbeno, Biumo inferiore e Superiore, Cartabbia
Eranonucleiautonomiedotatidichiese,mulini,vecchiecascineeosterie,tuttavianoneranoindipendentidalBorgo,siadalpuntodivistacivilechereligiosoeformavanoconessouncorpounicoeindivisibile.
Questiagglomeratidicase,untemposeparatidalcentro,sonostatiinglobatineglianni
²·³BassaniP.(acuradi),VillaRecalcatiaVarese,ASKedizioni,IndunoOlona(VA),2001
⁴Cottini.P.,IgiardinidellaCittàGiardino,LATIVAedizioni,Varese2004
⁵Colombo,S.,-ZanziP.,LaciviltàdivillaaVaresenel700....Bramante,BustoArsizio,1981.
Arch. Amilcare Mione
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