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Il Parco di Villa Recalcati a Varese (parte quarta)

  • Amilcare Mione
  • 4 ore fa
  • Tempo di lettura: 9 min

A metà degli anni novanta la Provincia di Varese dette un incarico ad alcuni professionisti di redigere il progetto di riqualificazione del parco di Villa Recalcati al fine di consentire la tanto attesa apertura al pubblico. L'idea progettuale di fondo aveva come obiettivo quello di ricreare l'aspetto del giardino tardoromantico del periodo  della "Belle Epoque" dei tempi del Grand Hotel Excelsior, come ben rappresentato dalla stampa a colori prodotta da: A,TRÜBE&.C.ARRAU–LUGANO.

Per quanto riguarda la parte arborea, era prevista la valorizzazione delle specie  messe a dimora nel 1874 previo lo sfoltimento del verde invasivo che nel frattempo era cresciuto abbondante anche per effetto della mancata manutenzione durante gli anni in cui la Provincia non ebbe più nel suo organico dipendenti giardinieri. Oltre allo sfoltimento si prevedeva l'nnalzamento dei "palchi" delle grosse alberature. Questi interventi erano finalizzati ad ottenere  una più ampia visibilità tra le radure che in questo modo si sarebbero  venute a creare. Si prevedeva poi l'arricchimento delle aiuole con tante specie floreali. Il progetto poneva anche una particolare attenzione verso diversi manufatti presenti quali la fontana centrale, le erme raffiguranti le quattro stagioni, alcune statue, due gazebi, l'urna con il cuore di Tadeusz Kosciuśzko conpresa la circostante esedra e le grotte. Infine era previsto che la recinzione in paletti e rete metallica venisse sostiuita  da una nuova di ferro, più consistente e di un aspetto decisamente "storico".

Quando nel 2000 iniziarono i lavori, l'operazione ebbe un  forte impatto sulla gente di Casbeno che, vedendo in azione le motoseghe, ebbe a temere la distruzione della flora e della fauna e si rivolse alla stampa per denunciare "lo scempio del verde", paventando inoltre la morte degli scoiattoli a cui sarebbe venuto a mancare il loro habitat. La Provincia intervenne spiegando che si trattava di un intervento atto a riportare il parco al suo originario splendore e mostrando nel contempo tutti i pareri e le autorizzazioni degli enti preposti, per cui la polemica rientrò nei ranghi e i lavori continuarono.

I lavori di sistemazione riguardarono anche le serre che vennero fatte oggetto di un intervento di ristrutturazione edilizia e di cambiamento di destinazione d'uso. La loro funzione di serre era stata dismessa da parecchio tempo, almeno da quando in Provincia non erano più presenti giardinieri dipendenti (anni ottanta).

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Come già detto nel precedente capitolo, questo fabbricato è stato realizzato negli anni venti del novecento con una tecnologia allora innovativa ovvero con struttura in laterocemento ma non aveva certo un aspetto esteriore particolarmente piacevole, anzi nel contesto del parco di Villa Recalcati  poteva essere definita una "superfetazione". Quando, negli anni settanta, vennero demoliti i vecchi fabbricati rurali di via Daverio per fare posto alla nuova Palazzina in struttura prefabbricata e al  parcheggio a raso, l' ampio slargo che si venne a creare mise in risalto le strutture delle  serre, ormai fatiscenti, che oggettivamente non facevano bella figura. I lavori di sistemazione di queste strutture hanno portato ad un fabbricato di colore bianco dalle forme vagamente "classicheggianti", (Foto n. 1) composto da una ampia sala, da alcuni spazi accessori per i servizi igienici e da un  caldaia per il riscaldamento degli ambienti. La struttura rimessa a nuovo è stata utilizzata inizialmente quale sala conferenze, (poche a dire il vero) e venne poi data per un certo periodo in uso alla Orchestra Giovanile Studentesca della Provincia di Varese.

Ultimati i lavori di sistemazione il parco venne finalmente aperto al pubblico e come previsto in progetto, esso si presentava con ampie radure, con il fondo dei viali e vialetti rinnovati, con le relative bordure in roccaglie ripristinate, le canalette di scolo dell'acqua dotate di nuove griglie in ghisa. Nelle aiuole si potevano ammirare diverse camelie e magnolie, rododendri e azalee, rose e ortensie ed altre specie floreali.

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Venne anche realizzata un'area giochi per bambini dotata di altalena cavallucci a dondolo ed altre attrezzature ludiche. Vennero installate delle targhe con l'indicazione delle specie arboree presenti, incise anche con la scrittura Braille. Il parco divenne presto un luogo molto frequestato dalla gente di Casbeno che ebbe subito a "prendere possesso" della nuova struttura.

In occasione dei Mondiali di ciclismo del 2008 venne realizzato il parcheggio multipiano nell'area verde delimitata dalle vie Trentini, Gorini, Caretti e Zucchi che fungeva da  giardino pubblico  al servizio delle  palazzine residenziali  a suo tempo costruite per i dipendenti della Provincia. A compensazione della perdita di questo "verde urbano" il comune di Varese, nel permesso a costruire, prescrisse alla Provincia la piantumazione di un notevole numero di alberi all'interno del parco di Villa Recalcati. In quell'occasione oltre alla messa a dimora in ordine sparso di nuove piante, vennero piantumati il filare di Platani lungo la discesa di via Trentini e il doppio filare di tigli lungo la via Ugo Bassi. Nel periodo di apertura del cantiere del parcheggio interrato, molti spazi di parcheggio in prossimità del medesimo, vennero soppressi. Per consentire la sosta ai fruitori degli uffici della Provincia e della Prefettura, una parte del parco e precisamente  quella a prato situata in prossimità della vie Trentini e Bassi venne destinata a parcheggio auto, previa stesa di adeguato strato di ghiaia che, a cantiere ultimato, venne ripristinata a prato verde.


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Successivamente ai lavori di realizzazione del parcheggio venne realizzato  il sottopasso di via Trentini per agevolare l'accesso in sicurezza, evitando in tal modo l'attraversamento a raso della strada. Le opere per la realizzazione del sottopasso in particolare la scala ed il percorso sinuoso in discesa verso la quaota dell'interrato sono stati realizzati sull'area del parco. La sistemazione del verde di questa ultima "incisione" ha previsto la piantumazione di alcuni Carpini, un arbusto tappezzante sulle superfici inclinate (Cotonaster) e la ricollocazione di due statue delle figure manzoniane di Renzo e Lucia. ( Foto 2-3-4)

A mero titolo di cronaca, va segnalato che il  21 marzo 2011 si è potuta osservare la presenza di due corazzieri a cavallo con funzioni di ronda per la scorta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita a Varese per le celebrazioni del centocinquantesimo dell'unità d'Italia. Il presidente della Repubblica in quella notte ebbe a soggiornare  in Villa Recalcati nell'appartamento del Prefetto.


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Nel 2013, sullo slargo adibito a parcheggio a raso al servizio della palazzina di via Daverio, venne realizzato in fregio al parco il nuovo parcheggio  che innalzandosi di un piano sopra il livello stradale ha ostruito la veduta sul parco ed in particolare la veduta sull'edificio delle Serre. Sempre nel 2013, al fine di dare maggiore visibilità e prestigio e alla sede della Provincia, venne allestita  nel verde del parco una mostra di sculture. L'iniziativa non produsse però i risultati attesi. Non si ebbero infatti riscontri circa l'aumento di visitatori interessati alle opere d'arte. Dopo un certo periodo, una scultura posata sul terreno in modo provvisorio, ebbe a collassare ed altre dettero segni di cedimento. Alcuni artisti, informati del fatto, vennero a ritirare i loro lavori. La crisi economico finanziaria e politica dell'Italia scoppiata nel 2011, fu il preludio per attuare la cosidetta SpendingReview che produsse un taglio dei trasferimenti di spesa dallo stato centrale verso le autonomie locali, tanto che con la legge 7 aprile 2014 n. 56, le Province vennero trasformate in enti di secondo livello con una sensibile riduzioni di funzioni e di risorse. Questi eventi ebbero a riflettersi su tutte le attività delle Provincie che dovettero procedere a forti economie di bilancio. I tagli di spesa si sono riflessi anche sulle attività manutentive del Parco di Villa Recalcati che dal 2015 al 2019 attraversò un periodo molto tribulato in quanto  per alcuni anni i fondi per la manutenzione diminuirono sensibilmente fino a venire a mancare. In coincidenza con la mancanza di fondi successe che nel 2019, la piralide del Bosso aggredì in modo particolarmente virulento le siepi del parterre e del cortiled'ingresso. Mancando i fondi per intervenire con fitofarmaci  le siepi si essicarono Foto (5-6).


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Nello stesso periodo iniziarono i primi segni di decadimento di alcune delle alberature più vetuste ovvero quelle impiantate nel periodo del Grand Hotel Excelsior.

Il giorno 11 dicembre 2017 il grande CedrusatlanticaGlauca, in occasione di una nevicata, peraltro nemmeno particolarmente intensa, perse una grossa branca che collassò rovinosamente a terra strappando contestualmente il tirante che la legava al tronco. Nella caduta la grossa branca aveva distrutto la sottostante area giochi che era stata realizzata durante l'intervento di sistemazione del 2001 (Foto 7).

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L'area fu prontamente transennata  con apposita recinzione e nel frattempo erano stati interpellati diversi agronomi sul da farsi. La questione che si poneva era l'alternativa tra l'abbattimento o la conservazione del vetusto cedro. Intervenuti sul posto gli agronomi incaricati dalla Provincia, l'agronomo del Comune, gli agronomi della Forestale si espressero per l'abbattimento del CedrusatlanticaGlauca.

Nel dicembre del 2018 una grossa branca della Quercusrubra, (Foto 8) situata in prossimità dell'estremità ovest delle grotte, è collassata andando a schiantarsi sulla copertura delle serre producendo danni alle lattonerie e al manto impermeabile). A seguito di questo evento vennero eseguite delle tomografie sia sulla quercia rossa e sia sul grande un faggio rosso situato lungo il viale d'accesso di via Daverio , entrabi  risalenti all'impianto del 1874 e che presentavano funghi alla base del tronco. Dalle tomografie risultò che il tronco aveva problemi fitosanitari tali da far temere possibili crolli e si decise il loro abbattimento. Anche in questo caso furono messe a dimora alcune giovani piante. Nel 2020 il parco, nella fase del "Lookdown", venne temporaneamente chiuso in quanto si temeva per due conifere molto alte che erano in gravi condizioni fitosanitarie e quindi a rischio crollo. Dopo il 2021, per effetto del PNRR, sono giunti di nuovo finanziamenti che hanno permesso anche al parco di godere di  interventi manutentivi tra i quali la rimessa a dimora delle siepi di Bosso del parterre e del cortiled'ingresso. Il 20 novembre 2023, è stata posata nella parte del parco situata tra la piazza Libertà e l'ingresso principale di Villa Recalcati una "Panchina Rossa" simbolo della lotta per l'eliminazione della violenza sulle donne. La "Panchina Rossa" a Villa Recalcati diventa così un simbolo di raccoglimento, solidarietà e sinergia tra istituzioni, scuole e associazioni, un significato ancora più profondo alla luce di quanto successo nei giorni scorsi con l'omicidio di Giulia Cecchettin ricordata anche dagli stessi studenti che durante la cerimonia in un (fuori programma) hanno letto alcuni messaggi contro la violenza in tutte le sue forme e un saluto dedicato proprio alla ragazza". Peccato che per dare maggiore rilievo alla "Panchina Rossa" si sia pensato di abbattere un Carpinus betulus pyramidalis di quelli messi a dimora nei primi anni duemila durante l'intervento di riqualificazione del parco. Il 12 luglio 2024 un violento nubifragio ha colpito Varese e i paesi limitrofi provocando notevoli danni per inondazioni e caduta di alberi. Anche il parco  ha subito danni a causa della caduta di diverse piante tra le più datate quali grossi abeti e una sequoia, piante queste cadute, che appartenevano al periodo  dell'Hotel Excelsior. oltre a piante più giovani come  un tiglio di recente piantumazione, senza contare diverse grosse branche stroncate dal fortunale. La conseguenza di questo evento è stata la chiusura del parco per due mesi, tempo occorso per rimuovere gli alberi caduti e tagliarne altri di cui si è valutata la loro potenziale pericolosità.

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I lavori di ripristino hanno riguardato le bordure ed il fondo dei viali rovinati dalla caduta degli alberi, contestualmente ai ripristini, sono state messe a dimora nuove piante come ad esempio un gruppo Ginko biloba in prossimità del cancello d'ingresso di via Daverio. Il periodo di chiusura ha agevolato anche la  messa in  opera un nuovo campo giochi per bimbi, (Foto 9) in luogo del precedente, realizzato in occasione dei lavori di riapertura del 2001 di cui rimanevano solo alcune tracce in quanto le attrezzature si erano ammalorate anche per effetto della caduta della grossa branca del Cedrusatlantica “Glauca”. Sabato 12 ottobre 2024, contestualmente ad altre iniziative svoltesi all'interno della struttura, il parco è stato riaperto con l'inaugurazione del  nuovo campo giochi per bimbi (Foto 9). Nell'estate del 2025 L'artista Maria Cristina Carlini ha provveduto a ritirare la sua opera "IlBosco" che era stata esposta nel 2013. Di tutte le opere allora posate rimangono oggi: "LaMaternità" di Vittorio Tavernari; una "Maternità" di Marino Mazzacurati; un  "ArcoTortoVII" di Adam Farkas; il "Desincontro" di Vincent Pirruccio. Nel giardino antistante il cortile d'ingresso è presente inoltre la "GrandeV" di Vittore Frattini. Dopo la serie di eventi "traumatici" sopra ricordati, gli alberi risalenti all'impianto del 1874 sono rimasti in  pochi e, anche le specie floreali messe a dimora nel 2001 sono notevolmente diminuite tanto che dal punto di vista paessaggistico il parco oggi ha perso quell'aspetto da "Belle Epoque" ottenuto con l'intervento di riqualificazione del 2001. L'aspetto attuale riflette piuttosto la preoccupazione di ripristinare il patrimonio arboreo in termini di mera quantità più che un'idea di paesaggio. I cambiamenti climatici che sono alla base del ripetersi sempre più frequente di eventi distruttivi e anche a lunghi periodi di siccità, ci porta a nuove considerazioni sulla tutela dei parchi storici  che, se fino a ieri dovevano temere lo sviluppo urbano, oggi invece, con i vincoli urbanistici e storico ambientali essi   sono più tutelati. I rischi attuali per queste aree verdi  sono divenuti gli eventi atmosferici estremi. Alla luce di queste nuove situazioni occorre ripensare ai criteri per la scelta di nuovi tipi di alberi da piantumare in modo che abbiano caratteristiche di maggiore resilienza rispetto alle mutate condizioni ambientali.




Arch. Amilcare Mione



 
 
 

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