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Il Parco di Villa Recalcati a Varese (parte seconda)

Nel 1872 i nobili Morosini cedono l'intero complesso di Villa Recalcati alla società privata Limido-Garoni-Maroni Biroldi che acquista il bene con l'obiettivo di realizzare un grande albergo, facendo conto sull'attrattività che Varese ha sempre avuto nei confronti dei milanesi e su un turismo internazionale che già era presente, come si è visto nelle iniziative della precedente proprietaria, la signora Emilia Morosini Zeltner. In questa fase la nuova società riesce ad acquisire anche una importante area adiacente alla villa, che i Recalcati avevano sempre desiderato  possedere ai fini di estendere il parco, ma non erano mai riusciti ad entrarne in possesso. Nel giro di due anni con grande investimento economico la Villa venne trasformata nel Grand Hotel Excelsior. Il volume edificato fu notevolmente esteso e in generale tutto il compendio immobiliare già Recalcati/Morosini cambiò le sue antiche destinazioni. Anche l'impostazione viabilistica della Castellanza di Casbeno venne modificata mediante lo spostamento della strada che conduceva a Varese,  consentendo finalmente un consistenete ampliamento del parco (foto1). La costruzione del Grand Hotel Excelsior coincideva con un periodo di cambiamento epocale per la città che per effetto dell'arrivo della ferrovia (1869) si trasformò in una città industriale. Da allora in poi l'élite varesina non sarà più formata dai nobili proprietari terrieri, ma dai capitani d'industria e dall'alta borghesia finanziaria. La classe contadina, che costituiva la forza lavoro dell'antica proprietà terriera, si trasformò in classe operaia. I coltivatori della terra, a fronte di una entrata sicura (il salario), non esitarono ad entrare in fabbrica piuttosto che vivere nell'incertezza degli eventi meteorologici e dell'avidità dei padroni della terra. Questi ultimi, vedendo che veniva a mancare loro la forza lavoro e di conseguenza il loro profitto, decisero di vendere la terra. Fu così che la città nota come la VersaillesdiMilano divenne una città industriale. Tuttavia, malgrado il mutamento epocale, Varese riuscì a conservare una propria peculiarità in quanto, oltre alle fabbriche ed ai nuovi quartieri popolari, la città assistette alla crescita, in quelle che erano ampie zone rurali, di estese aree residenziali dove l'alta e media borghesia costruì le proprie case attorniate da ampie aree verdi, secondo un modello che porterà Varese ad essere definita "CittàGiardino".


È in questo nuovo contesto sociale che si sviluppò il Grand Hotel Excelsior, una struttura con 151 camere e tutti i servizi che un grand hotel di prima categoria poteva prevedere. L'albergo disponeva di uno dei primi ascensori allora in commercio. Le aree di proprietà vennero completamente ridisegnate. In adiacenza all'albergo venne realizzato un campo da "Lawntennis" mentre sulle aree agricole del compendio ex Recalcati Morosini vennero tracciati viali alberati, gli spazi situati tra i viali i terreni vennero destinati alla coltivazione della vite ad uso e consumo dell'attività alberghiera. Nei pressi dell'Hotel venne realizzato anche  un ippodromo per le corse dei cavalli. Le scuderie al servizio dell'albergo, gli orti e la lavanderia vennero spostati nella parte bassa della proprietà in prossimità dell'abitato di Casbeno. La struttura prevedeva anche una chiesa inglese per andare incontro ad uno specifico "target" di clientela. In occasione dell'inaugurazione dell'albergo (1874) venne commissionata una litografia con funzione di manifesto inaugurale (foto2), nella quale appariva la maestosità del fronte dell'albergo che si affacciava sul nuovo ed esteso parco.


La parte botanica risultava con tutta evidenza di "nuovo impianto". Un impianto che dal punto di vista planimetrico riproponeva un disegno basato sul nuovo asse di simmetria imperniato centralmente sul fronte dell'albergo che, per effetto dell'ampliamento dell'edificio, si era spostato verso ovest. Una simmetria che probabilmente richiamava il precedente giardino in stile francese per il vasto parterre, mentre presentava un  disegno fatto di percorsi sinuosi, tipici dei giardini inglesi, soprattutto nella parte est di recente acquisizione. Questa impostazione planimetrica del parco, su cui si affaccia il fronte dell'albergo, è stata mantenuta sino ad oggi. Le campagne promozionali dell'attività alberghiera che si sono susseguite hanno riproposto analoghe vedute come nella stampa a colori databile agli anni venti del novecento (foto.3). Si tratta di una veduta a volo d'uccello in cui appaiono, sullo sfondo, il lago di Varese, le prealpi piemontesi e la catena del Monte Rosa, mentre dietro all'albergo si intravede il Sacro Monte di Varese. Questa veduta ci permette oggi di fare alcune considerazioni sugli aspetti della vegetazione. Osservando attentamente si coglie la presenza, in prossimità del fronte dell'edificio, di alcune palme (foto4), la cui presenza non era percepibile nella litografia del 1874, mentre invece le ritroviamo in una fotografia di fine ottocento e in un'altra successiva databile anni 60 del novecento (foto5).

In parte le palme sono tutt’ora presenti. Si può notare inoltre la presenza di due file di alberelli posti in  grossi vasi di cotto (foto6), con buona probabilità si trattava di piante di agrumi la cui presenza era già stata segnalata nel giardino settecentesco, come descritto nel numero precedente di questa rivista. La presenza di questi agrumi sarà successivamente confermata dalla fotografia di fine ottocento sopra citata (foto7), mentre ora sul parterre rimangono solo i basamenti di granito. Fra i più interessanti esemplari arborei inseriti in questo nuovo parco vennero messe a dimora alcune  conifere di origine asiatica e americana, che con la loro insolita presenza ben si adeguavano ai principi di esotismo vegetale allora in voga. Oltre alle sequoie (Sequoiasempervirense Sequoiadendrumgiganteum) ed i libocedri (Calocedrusdecurrens) venne piantato un abete di Brewer (Piceabreweriana) di origine Statunitense ed un Cedrusatlantica "Glauca". Tra le latifoglie  più interessanti furono impiantati  un faggio rosso (Fagussylvatica“Purpurea”) un Bagolaro (Celtisoccidentalis) alcune magnolie (Magnoliatripetala), tigli (Tyliaplatyphyllos) ed una farnia (Quercusrobur), per un totale di almeno 47 nuove specie. L'impianto di questo nuovo parco sta ad indicare una consolidata esperienza agronomica e florovivaistica che le aziende varesine possedevano fin da tutto il settecento, per la realizzazione dei parchi delle ville della nobiltà terriera, ma anche la capacità delle aziende di  aggiornarsi, interpretando le nuove esigenze del mondo imprenditoriale, e più in generale della borghesia ottocentesca. Dopo un iniziale successo durato circa vent'anni, coincidente con la "BelleÉpoque", inizierà per il Grand Hotel un lento declino. Alla fine dell'ottocento e successivamnete con il nuovo secolo cominciarono ad apparire i primi segni di crisi. In città e nei dintorni vennero infatti costruiti nuovi alberghi, di dimensioni meno importanti ma economicamente più gestibili, tali da fare concorrenza all'Excelsior. Con la diffusione delle linee ferroviarie le mete del turismo milanese si spostarono dalle zone lacustri e collinari dell'alto milanese verso l'alta montagna e verso le località marine. Il contesto storico (prima guerra mondiale) non aiutò la ripresa delle attività turistiche.

Da ultimo, a dare il colpo definitivo ad un certo tipo di turismo fu, nel 1924 la costruzione della prima autostrada al mondo. Un'arteria che permetteva di collegare in un'ora di tempo Milano con Varese, dando luogo ad un turismo di tipo "pendolare" e certamente meno stanziale. In questo periodo di decadenza del Grand Hotel Excelsior vi furono  cambiamenti di proprietà, precisamente nel 1894 la società passò dai "Biroldi" ai "Brunelli" e nel 1924 dai "Brunelli" ai "Toni". A mero  titolo di cronaca, durante la proprietà "Brunelli" va registrata la costruzione, agli inizi del novecento, delle nuove serre collocate in un angolo nascosto del parco, ovvero a ridosso del muro delle grotte ed in prossimità delle sottostanti cascine adibite a scuderie. La struttura delle nuove serre venne realizzata con copertura in laterocemento, che all'epoca costituiva un sistema costruttivo decisamente innovativo. La costruzione delle serre  rappresentò probabilmente l'ultimo tentativo di rendere più economica la gestione dell'albergo, ma anche questa iniziativa non produsse risultati, tanto che l'indebitamento della società portò alla dichiarazione di fallimento al tribunale di Busto Arsizio il 22 febbraio 1927.




Le informazioni relative a questo brano sono desunte dai seguenti testi:

BassaniP.(acuradi),VillaRecalcatiaVarese,ASKedizioni,IndunoOlona(VA),2001

Cottini.P.,IgiardinidellaCittàGiardino,LATIVAedizioni,Varese2004

Cottini.P.,IlgiardinodiVillaRecalcati:gliannieiprotagonisti,in"Tracce",17dicembre1997

Negri.L.,ImminenterestaurodiVillaRecalcati,in"Tracce",17dicembre1997

Colombo,S.,-ZanziP.,LaciviltàdivillaaVaresenel700....Bramante,BustoArsizio,1981




Arch. Amilcare Mione



 

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