Incarichi professionali di un Agronomo
Insegnavo da qualche anno in una scuola agraria della Provincia di Como. Come spesso accade, i migliori risultati si ottengono quando è presente un'ottima squadra di lavoro (docenti e staff amministrativo), con chiari obiettivi di lungo periodo. In quel caso si poteva contare in una direzione sul pezzo, docenti preparati e motivati, allievi entusiasti che avrebbero ricevuto i frutti degli sforzi fatti dai loro docenti.
Un bel giorno venni chiamato in direzione per comunicazioni. La direttrice mi propose di organizzare la visita annuale d'istruzione per gli allievi dell'ultimo anno, una visita tecnica di tre giorni in Italia o all'estero, potevo decidere in merito. Accettai, ma forte di esperienze precedenti fatte in Sudtirolo, comunicai che dei tre giorni a disposizione uno l'avrei destinato al divertimento degli allievi e la proposta venne accettata. Nella precedente esperienza, venni a conoscenza di diverse modalità di insegnare una professione, destinando alcune tempistiche della formazione al diverti-mento e allo svago. Ciò, oltre che influire in modo positivo sulla formazione, incideva positivamente anche sul rapporto docenti-allievi, con la fiducia di questi ultimi nei confronti dei loro docenti e dei programmi per loro studiati.
Il programma della visita era il seguente: visita al verde pubblico di Monte Carlo, giardini botanici della stessa città, visita al Roseto di Grace Kelly, giardini botanici di Villa Hanbury a Ventimiglia, centro di sperimentazione in floricoltura Cersaa di Albenga. Come attività dedicata al divertimento, scelsi un corso di barca a vela a Sanremo, con noleggio di otto barche per ospitare tutti i ragazzi. Il costo per ogni allievo, in virtù delle economie di scala, fu abbastanza ridotto: circa 150 € tutto compreso (trasporti, pernottamenti, ingresso ai parchi botanici, corso di barca a vela). Alla trasferta parteciparono anche la direttrice ed il responsabile amministrativo della scuola.
Le visite conquistarono l'attenzione degli allievi. Le visite interattive erano pensate affinché i ragazzi potessero intervenire verbalmente, descrivendo quanto in oggetto. Il verde pubblico di Monte Carlo era in condizioni perfette, con largo utilizzo di verde pensile, cura maniacale dei dettagli, attenzione agli animali presenti anche nei parchi pubblici, intensi lavori di manutenzione al verde e alle piante, utilizzo di annuali da fiore.
Il roseto dedicato a Grace Kelly, aperto nel 1984 era in condizioni ottimali, con circa 150 varietà di rose, alcune di queste dedicate a personaggi conosciuti. I giardini botanici di Monte Carlo sono dedicati alle Cactacee e alle piante esotiche. L'interesse, per gli allievi di un corso di studi in discipline agrarie, risiedeva nella sistematica, vale a dire nella conoscenza e classificazione di molte specie vegetali, nella conoscenza degli scambi di specie vegetali eseguiti in passato, nelle possibilità di acclimatazione e nelle abilità di costruzione di un giardino botanico con abilità paesaggistiche ed accostamenti botanici.
Il primo giorno di visite ebbe un grande successo, gli allievi erano interessati e partecipi. Mancava ancora la parte delle visite da eseguire in Italia, da iniziarsi l'indomani. Dopo le visite tecniche ai giardini botanici di Villa Hanbury e al centro CERSAA di Albenga, arrivò il momento dell'imbarco.
Il corso di barca a vela prevedeva un briefing a terra: una spiegazione sulle cime e sui nodi e chiarimenti sulle principali manovre che una barca a vela compie. Gli allievi sarebbero stati coinvolti nelle manovre con utilizzo delle cime e governando la barca. Come prima cosa ci informarono che il centro velico al quale ci eravamo rivolti non era uno qualsiasi, ma era stato il luogo di partenza per la carriera di un velista diventato famoso in tutto il mondo. Il nostro però era solo un corso di introduzione all'arte velica.
Ogni barca aveva un responsabile della scuola di vela e dai sei agli otto allievi. Mi imbarcai in compagnia degli alunni. Li guardai, erano abbastanza tranquilli, non molto coscienti della possibilità che gli veniva offerta, ma forse avrebbero apprezzato successivamente. Ognuno partecipò a suo modo, taluni entusiasti, altri solo contenti. La mia attenzione si soffermò sulla borsa di uno studente: di lato, a caratteri cubitali e in maiuscolo, aveva scritto "TERROR". Orca! Se queste sono le premesse questo ragazzo si godrà sicuramente lo spettacolo del giro in barca da protagonista, partecipando alle manovre. Le condizioni del mare non erano perfette, normali per il mese di maggio nel Mediterraneo settentrionale, con onda di circa un metro, sufficiente per mettere in crisi l'apparato digestivo di molti allievi. Dopo circa venti minuti molte barche erano rientrate sbarcando gli allievi che soffrivano il mal di mare. Ciò capitò anche a noi, infatti un allievo non sopportava oltre il malessere, perciò a malincuore rientrammo per lasciarlo sulla banchina. A grande richiesta riprendemmo la navigazione. Con mio grande stupore il mio "amico Terror" sbarcò. Aveva dato una diversa impressione, cioè di maggior intraprendenza, non certo di coraggio estremo nell'affrontare le onde di un mare appena increspato, ma almeno di sopportare un tantino l'onda lunga. La capacità di sopportazione ancora non era stata sviluppata ed in molti prevalse la rinuncia. Qualcuno invece si divertì, in particolare un ragazzo taciturno, sempre silenzioso, che si mise al timone e da lì non si mosse. Quando rientrammo al molo, incrociai la direttrice, anch'essa soffrì il mal di mare. Ma se gli allievi appena sbarcati si ripresero del malessere, per la direttrice non fu così, ed incrociando il mio sguardo mi comunicò: "... Riva, ho avuto perfino le coliche...".
Dr. Luciano Riva
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