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Infestanti che non ti aspetti in parchi, giardini e non solo

Da ormai alcuni decenni ci sono tre piante nei nostri giardini, e non solo hanno trovato un habitat ideale tanto da riprodursi naturalmente pur essendo "straniere". Trachycarpus fortunei, Cinnamomum glanduliferum e Ligustrum lucidum, come mai sono cosi presenti?


Trachycarpus fortunei

Palma classica dei nostri laghi, detta palma cinese, conosciuta come Chamerops excelsa, ma si preferisce dividere le due in base al modello di accrescimento policormico che è più basso per la Chamaerops. Prende il nome dal botanico Fortune.

Introdotta da Franz von Siebold in Europa dal 1830, prima nelle serre dei Paesi Bassi, poi distri-buita in Europa.

A Parigi nel parco delle palme nel 1853 fu messa a dimora in piena terra per la prima volta e da li utilizzata in vari areali. Tale diffusione interessò principalmente l’Insubria (intesa in senso ampio), cioè l’area includente Svizzera meridionale (Ticino e Grigioni), Piemonte nord-orientale (Verbano-Cusio-Ossola) e Lombardia prealpino-lacuale (Varese Como, Lecco, Monza e Brianza, Sondrio, Bergamo, Brescia).

Tipico stipite che può raggiungere anche i 12/16 metri spesso con diametri entro i 25 cm.

Caratteristiche foglie falbelliformi, in giovane età sono verde glauco sulla pagina superiore con squamette biancastre su quella inferiore. Picciolo finemente dentellato che può avere fino a 50 segmenti. l fiori maschili e femminili nascono al centro delle foglie e danno origine ad una moltitudine di semi "fagioliforme" di colore a maturità blu/ violetto, la cui germinazione è facilissima ed oltre ad essere gradito dagli uccelli, evidenzia la sua ampia possibilità di diffusione. Questa capacità di riprodusi, legata al fatto che ha una buona capacità di resistere al freddo che si valuta fino a -16°C, ha fatto sì che fosse portata in areali meno mediterranei come i laghi, al fine di dare un effetto "tropici" che attirasse il turismo. Questo segno di mediterraneità, come detto, ha trovato nel nostro areale di laghi e non solo, un'adattabilità e diffusione che ne stanno facendo una delle piante più diffuse nei giardini, soprattutto se a ridotta o nulla manutenzione (abbandonati), mostrando una grande capacità pioniera. Questa capacità si sta evidenziando anche nei boschi di bassa quota o in aree abbandonate. Grazie alla sua resistenza al freddo sta risalendo le pendici e le zone lontane dai laghi, la si trova a quote "impensabili".

La sua diffusione nei giardini è senza dubbio quella più preoccupante. Piace come pianta, non dà grossi problemi nella sua gestione, e parchi interi vedono la sua presenza quasi in esclusiva. Pianta che non ha e non dà problemi al mometo, un suo parassita importante come la Paysandisia archon non è segnalata nelle nostre zone.

Un avvistamento è stato fatto sulle rive venete del lago di Garda. Questo parassita è un lepidottero la cui larva si comporta come il punteruolo rosso tristemente famoso delle Palme. Occupa poco spazio e non perde le foglie.

La rimozione della "barba" pratica ormai persa per lo scarso o nullo utilizzo della stessa e per un mutato senso estetico, contribuisce ad una scarsissima o nulla manutenzione. La "PIANTA IDEALE", come si può ormai constatare, ha portato a stravolgere la biodiversità tanto cara nei nostri parchi. Ad esempio, in un lavoro nel recupero di una villa di fine XX° secolo, con annesso parco, si sono contate in circa 5300 mq oltre 400 piante Trachycarpus fortunei da 250 a 750 cm di altezza, oltre ad una diffusione di semenzaio notevole. Ormai la sua capacità di diffusione fa sì che si trovino Trachycarpus fino a 600/800 metri in aree solive ed anche in aree boscate (Enrico Banfi & Gabriele Galasso “Diffusione e invasività della palma Trachycarpus fortunei”).

Altra pianta molto apprezzata, che però a causa della sua facilità riproduttiva, dovuta sempre ai suoi semi ed al loro apprezzamento da parte dell’avifauna, sta proliferando rapidamente modificando anch'essa la biodiversità dei parchi, anche se in modo più lento, è la Cinammomum galduliferum, Falsa canfora o Canforo, parente stretto della Cinnamomum canfora, con cui condivide in parte il profumo di canfora.

Questa pianta sempreverde, originaria dello stesso areale, mostra una dimensione a maturità maggiore (quasi il doppio) della canfora, foglie differenti per dimensioni e colore oltre ai frutti anch’essi differenti (dati estrapolati da Manual of Cultivated Broad-Leaved Trees & Shrubs Krusman). Questa in Italia (Da Maniero "Cronologia della flora Italiana") è parte del patrimonio arboreo italiano dal 1844. Nello stesso areale della palma evidenzia una diffusione ed una capacità di adattamento straordinaria con accrescimenti

"incredibili", tanto da fare ap-parire le piante come plurisecolari esemplari, che si avvicinano o superano di poco i 100 anni. In un lavoro affidatomi, sempre in un parco storico che aveva un patrimonio botanico non indifferente, prima "dell’abbandono", durante il censimento si è potuto evidenziare che oltre al proliferare di Trachycarpus, su 77 piante di alto fusto censite e valutate, le Canfore rappresentavano il 20% del patrimonio botanico, oltre ad una innumerevole rinnovazine. Pianta ad accrescimento rapido che mostra un legno debole e molto elastico, soccombente alle nevicate, soprattutto se tardive.

Colpita da funghi cariogeni come ad esempio (Ganoderma spp. Laetiporus spp etc.). Pur con grandi cavità, mostra una grande capacità statica del tronco, più che delle ramificazioni, che come detto, possono spezzarsi con maggiore facilità. Molto spesso dipende dalla capacità di creare un coletto molto allargato e accrescimenti compensativi evidenti in breve tempo. Anche questa pianta inizia a diffondersi in areali che si distaccano dall’area lacustre. Grossi esemplari sono stati trovati a Masera (VCO) o a Lonate Ceppino (VA); considerando le dimensioni si sono insediati già da decenni, elemento che fa presupporre che non solo i cambiamenti climatci siano all'origine della loro migrazione.


Ligustrum lucidum

Pianta meno considerata rispet-to alle altre ma altrettanto diffusa. Appartiene alla famiglia delle Oleaceae nativa della Cina, ormai naturalizzata in vari paesi. Pianta sempreverde, generalmente non più alta di 10 metri si presenta come alberello con molte fronde. Foglie oppo-site verde scuro e fiori bianchi in panicoli fragranti. In Italia dal 1835 è utilizzato come siepe e come albero di piccole/medie dimensioni nei viali. Soprattutto grazie ai frutti (bacca) bluastri, appetiti dall’avifauna e di facile germinazione, si diffonde soprattutto nei parchi abbandonati ma anche nei luoghi più disparati, grazie alla diffusione del seme. In Lombardia e Veneto è segnalata come alloctona invasiva, mentre in Piemonte come alloctona naturalizzata (da Acta plantarum scheda Ligustrum lucidum). Resistente fino a -14C°. Su esemplari più vecchi è facile trovare ramificazioni cariate o colpite da Phellinus spp. Ci si preoccupa, a ragione, di piante ben più infestanti con capacità di insediarsi in differenti areali (Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima, Reynoutria japonica per fare alcuni esempi), ma queste piante che piacciono alle persone sono favorite nella loro diffusione e per così dire "protette", portando ad una sensibile modifica del patrimonio botanico di parchi e giardini, oltre che all'inserimento in areali più ampi di piante alloctone, che rischiano come altre, di non essere controllabili nella loro espansione.


Dr. Fabrizio Buttè

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