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L’IIS "Andrea Ponti" alleva le piante forestali autoctone del Parco del Ticino

Un tempo l’uomo aveva una parte attiva nel creare boschi per le sue esigenze alimentari e di vita quotidiana, ma con la nascita e lo sviluppo dell’industria lombarda, a partire dal XIX Secolo, e l’avvento di una vita sempre meno difficoltosa rispetto a quella tipicamente contadina, l’attenzione verso il bosco è venuta sempre meno, tanto che, ai nostri giorni, i boschi sono spesso aree verdi disordinate, pericolose e poco percorribili, dove regna il degrado.

L’Istituto Agrario “Andrea Ponti” si trova nel Comune di Somma Lombardo, immerso nel Parco del Ticino, il quale costituisce un importante corridoio ecologico (come indicato nell’immagine satellitare sottostante della Regione Lombardia). Il corridoio ecologico collega la Pianura Padana alle Alpi e in esso trovano rifugio numerose specie animali, prime fra tutte le diverse specie di uccelli migratori, che proprio in questi boschi trovano l’habitat ideale per nidificare.

Ma queste aree verdi conservano al loro interno le specie arboree e arbustive di quella che un tempo era l’antica foresta planiziale e che, prima del massiccio intervento dell’uomo, ricopriva interamente la Pianura Padana. Si tratta di piante autoctone, che, per la loro rusticità e capacità di adattamento, soprattutto ad aree umide, rendono uniche queste zone. Per citarne alcune, ricordiamo: la farnia (Quercus robur), l’acero campestre (Acer campestre), Frassino (Fraxinus excelsior), Carpino bianco (Carpinus betulus) e molte altre specie dall’importante valore ecologico.


Oltre all’incuria e al degrado c’è da considerare un importante fattore che mina l’unicità di queste comunità arboree ed è la perdita totale o parziale di alcune di queste specie. Ciò è dovuto al fatto che la loro sopravvivenza è spesso legata alla massiccia diffusione delle cosiddette “specie aliene”, ossia alberi e arbusti provenienti da Paesi stranieri e giunte in Italia in periodi storici differenti, spesso volontariamente importate come piante ornamentali e da legno, come è il caso del Prunus serotina, oppure sviluppatesi direttamente da semente giunta casualmente all’interno del bosco, soprattutto con l’intensificarsi degli spostamenti umani e dei trasporti commerciali.

Le piante “aliene” o meglio definite piante alloctone, hanno il vantaggio rispetto a quelle autoctone di essere più competitive: hanno una velocità di crescita maggiore, una migliore capacità di approvvigionamento di luce e nutrienti e spesso rilasciano nel terreno sostanze che inibiscono lo sviluppo di altre piante. Tra esse ricordiamo: il ciliegio tardivo (Prunus serotina), specie nordamericana molto “aggressiva” che è in grado di creare gravi scompensi agli equilibri degli ecosistemi forestali e il bambù, che in un giorno può crescere fino a 60 cm e raggiungere in totale 30-40m di altezza, rendendo difficile o impossibile la crescita delle piante dei nostri boschi, perché non trovano sufficiente spazio per svilupparsi o vengono soffocate dalla pianta competitrice. Il Parco Lombardo della Valle del Ticino, con lo scopo di limitare la diffusione delle specie aliene invasive e riqualificare gli habitat forestali di interesse conservazionistico, ha dato il via, negli ultimi anni, ad interventi di miglioramento forestale all’interno di alcune zone del Parco, come ad esempio nella Zona Naturalistica Orientata “La Fagiana” di Magenta. Questi interventi sono finalizzati al recupero delle specie autoctone, così da ricostituire per quanto possibile la vegetazione forestale originaria e prevedono il taglio delle specie esotiche a carattere invasivo. Oltre alla riqualificazione degli habitat forestali, il fine ultimo del progetto del Parco è l’incremento della biodiversità ed è proprio in questo contesto che si inserisce l’Istituto Agrario "Andrea Ponti" di Somma Lombardo. Infatti, la scuola ha in essere già da alcuni anni una convenzione con l’Ente Parco e, in virtù degli accordi presi, all’interno dell’istituto esiste un’area vivaio, gestita dal Prof. Marco Massimino, laureato in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università degli Studi di Palermo.


Le piante presenti nel vivaio sono le piante autoctone originarie del Parco (Evonimus europeanus, Quercus robur, Crataegus monogyna, Corylus avellana, Carpinus betulus, Prunus avium, Fraxinus excelsior, Acer campestre, Cornus sanguinea, ecc.) e, al momento, la semente viene raccolta, selezionata e certificata dall’Ersaf, l’Ente Regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste della Regione Lombardia, mentre è compito dei docenti di indirizzo agrario, insieme agli studenti delle classi seconde, di allevarle fino al raggiungimento dei 3-4 anni di età e poi riconsegnarle al Parco, che, su richiesta di Privati, ripopola le aree che hanno subito dei tagli.

Obiettivo prossimo e imminente dell’ Istituto Agrario è quello di occuparsi non solo dell’allevamento delle piante autoctone, ma anche di reperire la semente direttamente nei boschi che circondano l’Istituto e, grazie all’intervento del Corpo Forestale dello Stato, certificarla. Questa attività, che si aggiunge a quella già in atto, ha un enorme valore, non solo da un punto di vista ecologico, in quanto la semente raccolta in aree del Parco proprie della zona di Somma Lombardo presenta caratteristiche genetiche realmente tipiche del territorio, con una conseguente migliore adattabilità alle condizioni pedoclimatiche, ma anche da un punto di vista didattico. Infatti gli studenti, già a partire dal secondo anno di studi, cominciano a conoscere la reale morfologia delle specie arboree caratterizzanti il loro territorio e ciò consente di raggiungere un livello più alto e completo per ciò che concerne la formazione prettamente tecnica del discente. Citando il famoso filosofo greco Protagora: “La pratica senza la teoria è cieca, come cieca è la teoria senza la pratica” ed è proprio seguendo questo insegnamento filosofico che l’IIS "Andrea Ponti" cerca di formare i propri studenti, in modo che diventino dei professionisti ben formati e affidabili. In particolare è auspicabile che essi conservino sempre quella capacità, tipica dei giovani, di osservare la natura, e la realtà in generale, con occhi curiosi, ma, grazie alle nozioni acquisite, devono poi riuscire ad analizzarla con spirito critico e trovare soluzioni concrete, che rispondano alle esigenze del territorio in cui si trovano, nel pieno rispetto della biodiversità.



Dr.ssa Viviana Pacioni



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