La conservazione della biodiversità forestale dal bosco al vivaio
Consideriamo in questo articolo le specie aliene invasive che possiamo incontrare comunemente, passeggiando o pedalando, negli ambienti terrestri, coltivati o naturali, o nelle zone boschive (v. Habitat n. 9 & 10 per la parte generale e le specie invasive acquatiche).
In linea teorica è più facile accorgersi di cambiamenti della biodiversità negli ambienti terrestri, perché maggiormente frequentati. È però necessario avere familiarità con gli organismi presenti in questi ecosistemi, che nel tempo hanno subito cambiamenti nelle loro componenti, ad esempio nell’uso del suolo e del regime idrico, anche per effetto del cambiamento climatico.
Il Regolamento Europeo 1143/2014 include 46 specie invasive tra le 88 considerate di interesse europeo, che hanno un impatto sugli ambienti terrestri.
Particolare attenzione deve essere dedicata alle aree urbane e periurbane, dove si osservano con frequenza specie aliene (evidenziato anche dalle mappe di distribuzione in EASIN) per il fatto che le persone introducono e rilasciano specie aliene (es. tartarughe nei laghetti), le scambiano e ne favoriscono lo sviluppo abbandonando cibo o rifiuti.
Nei parchi pubblici è comune un roditore che attira l’attenzione dei cittadini, originario del nord America, particolarmente diffuso nel nord Italia: Sciuruscarolinensis, lo scoiattolo grigio nordamericano, che compete per lo spazio, il cibo e i luoghi di nidificazione con il nativo scoiattolo rosso, al quale può anche trasmettere una malattia virale letale (Squirrel Pox Virus). Per poterlo fotografare da vicino le persone gli offrono arachidi; recentemente, nelle cronache delle maggiori città d’Italia, come Milano (bit.ly/4eIm3VD) e Roma (bit.ly/4drXnjp), i cittadini sono stati invitati a non alimentare animali selvatici.
Grande preoccupazione per cittadini e apicoltori suscita la diffusione della Vespavelutina, nota come calabrone asiatico, introdotta in Italia nel 2012. (Foto4,sinistrainalto).
La sua somiglianza con il calabrone europeo (Vespa crabro) crea spesso falsi allarmi, ma si distingue per il colore più scuro, una banda giallo-arancione verso il pungiglione e le estremità delle zampe colorate di giallo.
Vespavelutina è un efficientissimo cacciatore di impollinatori e di api. Quando questo predatore assedia gli alveari, le api smettono di uscire per bottinare nettare e polline, necessari per il sostentamento della colonia, che di conseguenza si indebolisce pericolosamente. Il tasso di aggressività nei confronti dell’uomo è analogo a quello del calabrone europeo, ma la sua pericolosità aumenta perché spesso costruisce i nidi in aree urbane o dentro edifici, serre, capannoni o su terrazze.
In Italia l’insetto è monitorato e controllato in collaborazione con associazioni di apicoltori.
In città o lungo i bordi di strade e autostrade si può facilmente vedere l’Ailanto, Ailanthusaltissima (Foto2, destra), conosciuto come albero del paradiso, una delle piante aliene maggiormente diffusa nei nostri centri abitati.
L’Ailanto è una pianta dioica inserita nella lista di specie aliene di interesse europeo, cresce in aree marginali o degradate, ai margini di boschi, lungo strade e ferrovie, su monumenti storici e in aree archeologiche, e rilascia sostanze allelopatiche dalle radici che impediscono la germinazione di specie native. Il controllo deve considerare prioritariamente l’eliminazione delle piante disseminatrici, che possono disperdere i semi a grande distanza. Un esemplare femminile infatti può produrre fino a piu di 300.000 semi, con un alto tasso di germinazione e una durata di vita di circa un anno. La ceduazione delle piante non è efficace e risolutiva, mentre lo è la cercinatura.
Altre piante aliene a comportamento invasivo comuni sono: Buddleiadavidii, o albero delle farfalle, specie ornamentale sfuggita dai giardini, Broussonetiapapirifera, o gelso da carta (Foto1,sinistrainbasso), candidata come specie di interesse europeo, Fallopiajaponica o poligono giapponese (Foto1,destrainalto), che forma cospicui popolamenti, Ambrosiaartemisiifolia, altamente allergenica, Solidagogigantea(Foto1,sinistrainalto) e S.canadensis, Pawloniatomentosa, la palma Trachycarpusfortunei (Foto2,sinistrainalto), e la Phytolaccaamericana, arbusto dai caratteristici grappoli di frutti blu-violacei.
I rapidi cambiamenti in atto e l’introduzione di piante aliene determinano la formazione di nuove comunità vegetali (novel communities) anche in aree boschive, e sollevano problemi gestionali che richiedono un approccio coerente nella protezione degli ecosistemi, attuando misure di lungo periodo, finalizzate all’aumento della capacità di resistenza o resilienza degli ambienti naturali o modificati.
Particolare apprensione sta suscitando lo sviluppo di una specie rampicante, la Puerariamontana (Kudzuvine,Foto3), in alcune zone del nord Italia. Questa specie cresce sopra la vegetazione arbustiva e arborea esistente, soffocandola. Comportamento analogo è mostrato dal Sicyosangulatus(Foto1,destrainbasso) particolarmente efficace nel diffondere i semi attraverso l’esplosione delle capsule, che invade aree golenali e saliceti di ripa, ma anche osservata diffusamente ai bordi di zone boscate in provincia di Varese.
Aree naturali o boschive possono essere anche infestate dal ciliegio tardivo americano, Prunusserotina.
Gli uccelli, nutrendosi dei frutti, favoriscono la diffusione dei semi e la nascita di fitte popolazioni, che impediscono la crescita di specie native, con perdita di biodiversità e degrado del patrimonio forestale.
È molto comune nell’ Italia settentrionale, ed è considerata una delle piante legnose più invasive nella Pianura Padana, ed è inserita nella lista delle piante invasive della Regione Lombardia. Impatiensglandulifera, o balsamina ghiandolosa (Figura 2, sinistra in basso), grazie alla modalità di dispersione dei semi (lanciati nello scoppio delle capsule) si è diffusa nelle vicinanze dei giardini in molti paesi europei e successivamente in ambienti naturali, soprattutto lungo i corsi d’acqua. È annuale, alta sino a 2 metri e copre completamente le aree infestate, altera lo stato dei nutrienti del suolo e, morendo, lo lascia nudo in inverno ed esposto al dilavamento.
Come misura di prevenzione è importante pulire le proprie scarpe, i vestiti ed anche il pelo del proprio cane per togliere eventuali semi di specie invasivi al rientro da escursioni. Iniziative di protezione ambientale aiutano i cittadini attraverso linee guida a capire come comportarsi correttamente evitando l’ulteriore diffusione di specie aliene, quali “Be Plantwise” in Inghilterra e Irlanda bit.ly/4eLoDuh, e il progetto LIFE Asap in Italia bit.ly/4gD1Mml.
Il Procione (Procyonlotor)(Foto4,sinistrainbasso), meglio conosciuto come orsetto lavatore, è presente in alcuni boschi dell’Italia settentrionale e centrale. Vorace predatore, oltre a competere per il cibo può trasmettere una rara ma grave zoonosi, causata dal nematode Baylisascarisprocyonis, che può essere molto pericolosa per l’uomo. L’ibis sacro (Foto4,destrainalto), un uccello simile alla cicogna, è una specie opportunistica ed estremamente adattabile, ed ha costituito delle colonie numerose nelle risaie del vercellese, nel cremonese, e in provincia di Mantova.
L’Ibis sacro rappresenta un paradosso per la sua conservazione: è al contempo una specie minacciata nel suo areale d’origine e invasiva nei nuovi areali occupati.
Il suolo è l’ecosistema più esposto alle infestazioni di specie aliene (semi, radici o propaguli, piante, animali).
Un problema emergente in larga parte dell’Europa è costituito dai cosiddetti vermi piatti (flatworms) (Foto4,destrainbasso), che possono danneggiare colture o predare chiocciole e lombrichi. Uno studio recente riporta la presenza di almeno 15 specie di vermi piatti in Italia ( bit.ly/3XMlV0n ). Il suolo è anche un potenziale veicolo di specie aliene, se trasportato dai macchinari agricoli o dagli indumenti di escursionisti e turisti.
Esistono linee guida per movimentare il suolo riducendo questo rischio ( bit.ly/3zCVaUe, in Irlanda bit.ly/3Y1eSSV ).
Dati sulla presenza e distribuzione delle specie aliene sono accessibili su piattaforme quali EASIN
( https://europa.eu/!Gx49Wk ), nell’Osservatorio nazionale sulla biodiversità bit.ly/3ZKv38G, e in Biodiversità Lombardia bit.ly/3BoyIPk.
Per quanto riguarda la gestione, è importante considerare e implementare concetti di biosicurezza (biosecurity), attuando misure di prevenzione all’introduzione o di contenimento della diffusione, e applicando i principi della One Health ( https://europa.eu/!Ggnkq4 ), ossia la protezione integrata di animali, piante, persone ed ecosistemi. Va sottolineata la necessità di un approccio integrato alle specie aliene e di inserire il loro controllo nei sistemi di gestione territoriale, es. piani di assestamento e gestione forestale e non esclusivamente piani di controllo specie-specifici.
Il miglioramento e il mantenimento delle condizioni degli ecosistemi, per quanto riguarda composizione, connessioni ecologiche e regimi idrici, è fondamentale per consentire l’aumento della capacità di resistere alla introduzione di specie aliene, incrementandone la resilienza.
Uno spunto in questa direzione è offerto dalle diverse iniziative avviate dall’Unione Europea, all’interno della Rete Natura2000 ( https://europa.eu/!VBqyK3 ) e dal recente Regolamento sul Ripristino della Natura ( Nature Restoration Law: https://europa.eu/!nfDGcr ).
La legge mira a ripristinare gli ecosistemi, gli habitat e proteggere le specie in tutte le zone terrestri e marine dell'Unione Europea al fine di: consentire il recupero duraturo della biodiversità e della resilienza della natura, contribuire al conseguimento degli obiettivi dell'Unione in materia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e rispettare gli impegni dell’Europa negli accordi internazionali sulla tutela della biodiversità.
Le amministrazioni pubbliche svolgono un ruolo centrale, e devono garantire il coordinamento tra i diversi settori (verde pubblico, lavori pubblici,) normando e autorizzando coerentemente le attività disciplinate e attuando misure di contrasto alle specie aliene.
Altrettanto importante è il lavoro delle associazioni, quali LIPU e WWF, per integrare e sostenere lo sforzo delle autorità competenti, fondamentali nel promuovere la consapevolezza delle persone, su temi legati alla protezione della biodiversità e al contenimento delle specie aliene.
L’educazione e l’informazione scientifica ai cittadini, la comunicazione sistematica in materia di biodiversità e specie aliene, coerente e disegnata su fasce specifiche di popolazione, ed il loro coinvolgimento partecipativo nelle iniziative di protezione della biodiversità, sono fondamentali per il raggiungimento di questi obiettivi.
Dr. Eugenio Gervasini
Dr.ssa Beatrice Melone
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