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MUSE: le scienze da vivere

Lo sapevate che la mappa genetica dell’uomo non si compone solo degli stessi geni dello scimpanzè o del cavallo, ma anche della pianta della vite? Lo sapevate che solo negli ultimi 250 anni sono scomparse più di 500 piante, più del doppio delle specie animali estinte? Se la risposta è no, ecco due ottime ragioni per andare in visita al MUSE – Museo delle Scienze di Trento. E non sarebbero le sole, perché il museo trentino, ospitato in un’avveniristica architettura firmata da Renzo Piano, propone esperienze di incontro a tu per tu con le scienze naturali con metodologie assolutamente originali. Il percorso che si snoda lungo sei piani conduce il visitatore di ogni età all’interno di ambienti naturali dove il rigore dell’approccio alla conoscenza fa tutt’uno con l’amore per il territorio, e dove il piacere della scoperta si coniuga con l’utilizzo di tecnologie digitali, ricostruzioni in 3D ed immersioni naturali in ambienti botanici tropicali assolutamente reali. Dalla formazione della superficie terrestre agli animali preistorici, dalla comparsa sulla terra dell’uomo alla biodiversità naturale, assoluta protagonista della rassegna, il MUSE propone una scienza da vivere. I più piccoli sono indirizzati verso giochi didattici interattivi. I visitatori più grandi sono condotti ad esplorare gli ambienti naturali più comuni del Trentino. E non solo, perché il MUSE è anche uno strumento di ricerca scientifica internazionale. È l’unico istituto in Italia ad essersi dotato di una sede museale scientifica in Tanzania, Paese nel quale svolge una attività di monitoraggio ambientale. All’interno dei 13.000 metri quadrati espositivi, il MUSE ripropone una serra tropicale sviluppata sul modello naturale delle foreste dei monti Udzungwa della Tanzania. Tutte le piante, perfettamente acclimatate, sono catalogate, e non manca un’area dedicata alle culture indigene locali che vivono ai margini della grande foresta tanzaniana. L’architettura che ospita il museo ricorda le montagne che circondano Trento, e proprio la vita naturale delle zone boschive del territorio, fino alle alte vette dei ghiacciai perenni, occupa un’altra sezione importante della rassegna scientifica. Le tecnologie digitali aiutano i visitatori a scoprire i segreti dell’ambiente dove viviamo, ma danno anche l’idea di come il MUSE sia una organizzazione rivolta alla ricerca attiva sul territorio. Una capacità non comune di coinvolgere geologi, naturalisti, biologi, zoologi e botanici che consente ai visitatori, anche in periodi diversi di visita del museo, di fare nuove conoscenze sui cambiamenti climatici in primis, e su come gli organismi viventi agiscono ai nuovi effetti causati dagli stessi, talvolta scomparendo, talvolta adattandosi, sviluppando caratteristiche biologiche nuove.


È un vero spazio espositivo dedicato all’Agenda 2023 dell’ONU, nella quale biodiversità e sostenibilità ne sono i punti cardine per la tutela dell’ambiente. Concetti fondamentali per noi adulti ma soprattutto formativi per bambini e ragazzi. Non a caso, all’esterno dell’edifico che ospita il MUSE, è stato sviluppato uno spazio che si caratterizza di un ricco orto recintato da staccionate - che richiamano le tradizioni trentine - ed una area umida, dotata di un laghetto, che ospita un centinaio circa di piante acquatiche e lacustri. Anche questa visita all’esterno, assolutamente consigliata a grandi e piccoli visitatori, è un modo per scoprire la biodiversità del territorio dove viviamo. È un modo per vivere la scienza dal vero, e comprendere, o riscoprire – toccandola con mano - l’importanza delle piante, che da sole rappresentano l’80% delle specie viventi sul nostro pianeta, anche se, nell’immaginario collettivo, a cominciare dalle favole per i bambini, ricoprono spesso il ruolo della “cenerentola”, soppiantate dai più popolari attori del regno animale. Anche negli spazi esterni, il MUSE ci ricorda la straordinaria opportunità per sviluppare nuovi progetti educativi e formativi che coinvolgano le nostre giovani generazioni.




Dr.ssa Anna Zottola



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