top of page

Nei giardini di Pinerolo un circuito dedicato alle Ortensie

Non potevo che essere accompagnata da una delle più importanti esperte italiane di Ortensie, Eva Boasso Ormezzano, per scoprire che in Piemonte è stato creato un percorso culturale dedicato al mondo delle Ortensie. Cinque luoghi che, nel periodo di massima fioritura, possono essere visitati per conoscere le numerose varietà, dai diversi colori e forme semplici o stradoppi dei fiori. Cultivar che ben si sono ambientate in questo territorio, e che meritano una visita estiva di almeno due giorni, attraversando le frazioni di Pinerolo e San Germano Chisone. 


Il percorso

Come prima tappa si consiglia di visitare il Parco di Villa Prever. È da qui che ha inizio il progetto di Eva Boasso, con il Comune di Pinerolo e la Fondazione Compagnia di San Paolo. L’intento, lungimirante, è stato quello di creare una rete culturale, tra enti pubblici e partner privati, allo scopo di valorizzare questi arbusti dalla storia secolare, e affascinante. Il progetto inizia quando il Comune di Pinerolo riceve in donazione, da un imprenditore, Villa e Parco Prever. Di stile Liberty, viene ereditato con il vincolo di diventare un luogo didattico e culturale. La proposta di realizzare un circuito per conoscere, studiare e divulgare il mondo delle Ortensie diventa l’occasione perfetta. Oggi il Parco Prever propone una collezione rappresentata da 26 aiuole, articolate secondo un percorso storico e geografico, per mostrare collezioni di varietà di Ortensie tedesche, francesi e americane.

Altra tappa del percorso è quella del Parco “Il Torrione”. Si tratta di un vasto parco all’inglese, di sedici ettari di superficie, disegnato nella seconda metà del ‘700 dal progettista Xavier Kurten, lo stesso artista che disegnò il Parco di Racconigi. Davvero numerose sono le aiuole che ospitano, in modo armonico, differenti cultivar di Ortensie, che saranno certamente valorizzate quando i lavori di restauro del giardino saranno terminati, con un progetto a firma del paesaggista Paolo Pejrone. Qui si può scoprire una specie di ortensia, selezionata nel 1904, con il nome “Beauté vandenoius”, o coppa di Champagne, con fiori sterili di 8-10 centimetri di diametro. Una sosta più breve, ma altrettanto affascinante, è quella nel Giardino storico di Villa “Le Ortensie di Carlotta”. 

Un piccolo giardino all’”italiana” che, grazie alla passione del proprietario, e della figlia Carlotta, si è arricchito negli anni di numerose Ortensie, tra le quali spicca un esemplare di Hydrangea* Libelle, il cui nome significa libellula, e della rampicante Hydrangea petiolaris. Le collezioni di Ortensie sono presenti anche nel Parco del Castello di Miradolo.  Nell’Ottocento di proprietà dei Conti Cacherano di Bricherasio, da alcuni anni il Parco è stato restaurato da imprenditori locali, diventandone Fondazione Cosso, a finalità culturali e filantropiche. Tra alberi secolari di Taxodium distichum, Ginkgobiloba, Fagussylvatica purpurea ed un Tasso di trecento anni, dall’artistico fusto intrecciato, emerge un folto viale di Ortensie, e aiuole, sparse lungo il giardino. Più raccolta, e discreta, è la visita del Parco di Villa Widemann, di proprietà del Comune di San Gervaso Chisone. Interessante per la presenza di numerosi esemplari arborei, le ortensie sono meno numerose rispetto ad altri arbusti come Camelie e Azalee.

Collegato al giardino Widemann, il percorso si può concludere con la visita di un piccolo, e colorato, giardino diffuso, formato dai ristretti spazi di abitazioni private di un borgo storico.

È un’esperienza molto originale, viste anche le origini con forte carattere sociale.

Aperto tutto l’anno, e specialmente rivolto agli appassionati di Ortensie, il giardino diffuso è il riscatto di questi abitanti alla superata pandemia del Covid. 

In questo straordinario tour botanico, i luoghi visitati hanno anche un significato storico e paesaggistico, raccontano passioni ed emozioni per la Botanica e, in special modo, per i molteplici arbusti di Ortensie. La stessa passione ed emozione che ricorre anche nella vita di Eva Boasso, naturalista di formazione e di professione, nel campo dell’insegnamento.  E autrice di due libri. “Il libro delle Ortensie”, una vera enciclopedia che descrive più di seicento tra cultivar e varietà, e il volume “Ortensie ed idrangee. La storia, le varietà, la coltivazione”, un testo utile per conoscere le tecniche di coltivazione e cura di queste piante. Un consiglio agli appassionati di tour botanici: prenotate nell’estate 2025 una passeggiata a Pinerolo. Ne vale veramente la pena.


Brevi cenni di storia delle Ortensie

Anche se si possono reperire descrizioni di fine ‘600 di arbusti aderenti alla morfologia delle Ortensie e che già abbellivano i giardini del Giappone, Hydrangea è il nome che viene utilizzato per la prima volta, nel 1739, dall’olandese Jhoann Frederik Gronob, attraverso la scoperta fatta dall’inglese Jhon Claton su un esemplare spontaneo. Il nome compare per la prima volta in Europa solo nel 1771, in un erbario, opera di Philibert Commercon, oggi conservato nel Museo di Storia Naturale di Parigi.

Da quell’erbario sono stati percorsi passi da gigante nel corso dei secoli. Grazie agli studi dei ricercatori botanici, le Ortensie sono passate dalla vecchia famiglia delle Saxifragaceae alla attuale famiglia delle Hydrangeaceae.

Oggi il genere Hydrangea si articola in due sezioni, quella più rappresentata, la “Hydrangea”, con specie arbustive, e la sezione “Cornidia”, con specie meno numerose, di portamento rampicante. In totale ne sono classificate quarantasette specie, declinate a loro volta in sottospecie e, per un totale conosciuto di circa 600, tra varietà spontanee e coltivate.

Le ortensie sono “famiglia botanica” che ha saputo adattarsi spontaneamente ad ambienti e climi diversi, dal mare a quote più elevate, offrendo proposte floreali diverse per ogni giardino.



Dr.ssa Anna Zottola



 

Commentaires


Rivista HABITAT

bottom of page