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Piante e Vento, quale relazione con la potatura?

Lo studio delle reazioni tra vento e chioma delle piante adulte /mature è oggetto in questi decenni di numerosi studi. Soprattutto per le interazioni tra chioma- potatura – effetto del vento. La potatura della chioma, nella valutazione fitostatica, è ancora considerata un metodo di riduzione del pericolo (S.I.A. Static Integrated Method – Wessoly G1 by Brudi ). Molti tecnici, in base alle risultanze della valutazione fitostatica, consigliano riduzioni della chioma per aumentare i fattori relativi alla sicurezza.

Si è parlato per anni di effetto vela (Mattheck – Breloer G2) e di necessità di rendere la chioma più “trasparente al vento”, in modo che il vento potesse filtrare ed il carico di esso sull’albero fosse inferiore.

Ben conosciuto è il fatto che la chioma reagisce in modo non univoco alle sollecitazioni del vento. L’immagine G2 mostra i risultati di un sensore al tronco e di quanto la pianta “frulla” colpita dal vento (“Looping” da James et al. 2006), azione utile a smorzare l’energia che colpisce l’albero. Tale capacità di smorzare l’energia è correlata all’intensità del vento, come indicato dalla scala Beaufort (G3).

Fatte queste brevi premesse, vi è una correlazione tra forma, densità della chioma ed il vento? Tra la potatura e la resistenza al vento dell’albero? Se si valutano gli studi sull’architettura della pianta (Millet - Drenou) si evince che le piante hanno un proprio modello di accrescimento, differente per ogni singola specie. La potatura, se non attuata considerando questo modello, porta la pianta ad un accrescimento anomalo. Questi modelli di architetture vegetali, modificati dall’uomo, anziché portarci ad un “futuro migliore” per ciò che riguarda la gestione delle piante, ci obbligano a potare la pianta in modo più frequente, in quanto l’accrescimento non segue più il modello naturale, e si allontana da esso in modo proporzionale all’aumento dell’intensità di potatura.








Come esempio si riportano le immagini di un Pioppo non potato, che ha raggiunto il suo equilibrio con un numero di ramificazioni secondarie minime (F1) contro un altro esemplare che ha subito una potatura mediamente intensa, (F2; F3; F4 e F5). In questo secondo caso si evidenzia come siano aumentate le ramificazioni terminali, la sua struttura è cambiata, con apici più numerosi rispetto a un accrescimento naturale. Una volta emesse le foglie in una latifoglia o in una conifera reattiva come Cedrus deodara, l’aspetto può sembrare essere tornato a quello precedente. La verità è che la nuova struttura indotta dalle potature è costituita da un numero sensibilmente maggiore di rami, spesso male inseriti e deboli (F6 e F7).

In questo caso, frequente nella pratica di arboricoltura, come cambia la relazione con il vento?

Su questo argomento interessante viene citata la ricerca di K.R. James e N. Haritos, 2014. In breve mostra, oltre alle incertezze nel determinare una univoca reazione delle piante al vento, condizionate dalla forma della chioma, elasticità della stessa, etc , ha mostrato che quando l'albero aveva tutti i rami attaccati la capacità di smorzamento era del 10,6% . Via via che i rami venivano progressivamente rimossi il rapporto di smorzamento diminuiva, fino a registrare lo smorzamento più basso dell'1,3% quando veniva lasciato solo un ramo nudo!!! (G5). Simili risultati sono stati ottenuti in Acer saccharinum con differenti interventi con diverse intensità di potatura. Le piante reagiscono di fronte ad un vento con direzione costante non solo strutturandosi ma anche modificando la forma della chioma. Un esempio estremo è Pinus pinea sottoposto a venti costieri. Di fronte a venti frequenti secondo un data direzione, la reazione della chioma è quella di adattarsi al vento stesso (F8 da Gerard Passola, F9 da Mattheck – Breloer M). Potare queste piante potrebbe significare modificare l’equilibrio formatosi in anni di adattamento al vento.






La chioma delle piante di fronte al vento reagisce modificando la forma delle foglie o della chioma intera al fine di dissipare l’energia (F9; F10). Questa situazione è valutabile guardando le piante in un giorno di vento. L’energia trasmessa all’albero che si traduce nel movimento dei rami esterni è smorzata. I rami interni sono via via più statici in dipendenza del riparo da quelli esterni ed a seconda dell’intensità del vento.

La relazione vento /chioma, deve senza dubbio essere ancora studiata fondo, ed essere relazionata alle varie piante (G6 da K.R. James e N. Haritos 2014).

La potatura è utile a ridurre problematiche statiche nei confronti del vento?

L’aumento delle ramificazioni nella parte apicale ridotta dopo una potatura (F5) sono utili o negative?

La riduzione dello smorzamento che si ottiene con l’eliminazione di tutte le ramificazioni (azione non certo auspicabile) quanto può essere negativa!?

La potatura intensa in alcuni casi può essere evitata tramite utilizzo di tensionatori (Cobra, Boa, Treeguard, Cavi, etc.).

Questi cavi brevettati possono evitare la potatura, il loro posizionamento deve tenere in considerazione alcuni principi e modalità operative. In alcuni casi essi stessi possono diventare un elemento di condizionamento negativo ai movimenti della pianta (F11), al di là della riduzione del pericolo di schianto parziale. In questi anni di professione ho cercato di valutare situazioni simili su piante potate e non potate.

Effettivamente, al di là del modello accrescitivo, la pianta non potata raggiunge un equilibrio con l’età e con il trascorrere del tempo che, al di là di difetti e malattie, si stabilisce sulla chioma. Le conclusioni di questo breve articolo sono l’invito ad affrontare la questione potatura a 360°, considerando le ripercussioni della chioma sottoposta al vento, correlando gli argomenti tra loro per giungere a scelte il più corrette possibili.









Per approfondire

KR James n. haritos “Branches and damping on trees in winds”

James, K.R. and Haritos, N. “Dynamic Wind Loading Effects on Trees - a structural perspective”,

Jeanne Millet “l'architecture des arbres des régions tempérées.”

K.James “Tree stability in winds”

Moore, J.R. and Maguire, D.A. (2004) “Natural sway frequencies and damping ratios of trees: concepts, review and synthesis of previous studies”,

E. Brundi.Brundi & Patner Tree conult “SIA -Method – a destruction – Free Method for Tree Assessment”

G.Sani “vento e alberi: un binomio poco conosciuto”





Dr. Fabrizio Buttè




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