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Poligono del Giappone: infestante problematica

Da alcuni anni si sta presentando sul territorio nazionale un'infestante di grosse dimensioni che risulta molto aggressiva e difficile da contenere anche perché a volte se ne ignora la corretta gestione. Decespugliandola e smaltendola come altre infestanti, se ne favorisce invece la distribuzione. Certamente i limiti nell'uso dei diserbanti soprattutto in aree naturali ed urbane non semplifica la cosa. La pianta generalmente conosciuta come Poligono del Giappone botanicamente Reynoutria japonica / Fallopia japonica. È presente anche come Reynoutria x bohemica, Chrtek & Chrtková, che è un ibrido, si pensa, originatosi in Europa tra le specie esotiche R. japonica e Reynoutria sachalinensis, terza specie presente. La Reynoutria japonica è quella più diffusa, salvo rare eccezioni, è presente in tutta la penisola italiana. Introdotta a scopo ornamentale attorno il 1875, nell'orto Botanico di Padova, è stata poi trovata spontanea a Torino e in Alto Adige, - la sua diffusione spontanea avviene nel corso del 1900 -, dapprima soltanto lungo le sponde di fiumi ed altri corsi d'acqua, ora anche negli incolti, lungo le massicciate ferroviarie, sui bordi di strade di ogni tipologia, ruderi e spazi urbani, a volte condivide gli stessi spazi della Pueraria trolobata. È una pianta erbacea di grandi dimensioni con robusti e profondi rizomi sotterranei e fusti vigorosi, rossastri, simili a canne; ha numerosi piccoli fiori bianco-verdastri o rossastri, organizzati in infiorescenze a spiga. È una pianta dioica con i fiori maschili e quelli femminili su piante differenti. In Europa è presente solo con piante femminili poiché sono state importate solo piante femminili, per questo motivo si propaga solo per moltiplicazione vegetativa.

Originaria dell'Asia Orientale (Cina, Giappone). Grazie alla sua capacità e scarsa conoscenza della pianta si è diffusa allo stato spontaneo diventando invasiva in quasi tutti i Paesi europei; oltre che in Canada, USA, Australia e Nuova Zelanda. I terreni di diffusione preferiti sono i corsi d'acqua ma ormai è ubiquitaria. Fortemente invasiva, prevale sulla vegetazione autoctona. La sua diffusione sembra favorita dal fatto che secerna nel terreno sostanze che limitano la crescita di altre specie vegetali oltre alla ampia copertura del suolo che impedisce l'insediamento di altre specie. Crea una fitta rete di rizomi sotterranei che sono vitali anche per 10 anni e da questi si formano nuovi fusti. Essendo caducifoglia, ma perenne, durante l'inverno "sparisce" lasciando il terreno nudo e soggetto a possibili erosione, se acclive, ma anche fare pensare che non ci sia. Questo fa si che terreno raccolto e trasportato in altri luoghi possa essere un valido elemento di diffusione. Considerando che bastano pezzi di rizomi piccoli anche 1 cm di lunghezza per dare luogo a nuovi insediamenti.

La lotta meccanica complesso e difficile, deve essere gestita nel tempo. Lo sfalcio non decespugliamento (!) continuato, da primavera inoltrata ai primi freddi anche 7/8 volte, permette il suo contenimento in tre cinque anni. Lo sfalcio deve essere raccolto e smaltito con distruzione della risulta. Nessun elemento deve rimanere in sede. Pirodiserbo efficace solo sui primi insediamenti. Pacciamatura difficilmente la contiene. Utile il pascolo di pecore e capre e di alcune razze bovine.

La lotta chimica che deve svolgersi entro quanto indicato ed autorizzato dal P.A.N. - DECRETO 22 gennaio 2014 Adozione del Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile

dei prodotti fitosanitari, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante: «Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi». In varie prove ha evidenziato che il prodotto più efficace è il Gliphosate, alla dose di 2/2,5% dosi maggiori non aumentano il risultato e dosi minori vanificano il trattamento.

Due trattamenti all'anno da primavera inoltrata e prima dei freddi, su piante di almeno 100/150 cm, sembra, dai dati raccolti fin ora, riuscire a contenerne la diffusione in circa 2 anni(!). Buoni risultai anche con il principio Picloram che però essendo residuale non è consigliato in presenza di altre piante che possono essere colpite grazie alla deriva nel suolo. Prodotti a base di Fluroxypyr + Triclopyr; Aminopyralid + Fluroxypyr o Aminopyralid + Triclopyr con tutte le problematiche e precauzioni nel loro utilizzo hanno mostrato una azione ridotta rispetto a i primi due. La loro miscela con Gliphosate risulta scarsamente influente sui risultati finali.



Scheda di Riconoscimento


Specie erbacea perenne, alta 1-2.5 m.


Fusti: sono annuali, eretti, molto numerosi a formare densi popolamenti, cavi e simili a canne, ramificati in alto; glabri, di colore verde glauco, picchiettati di rosso.


Parti sotterranee: rizomi perenni, robusti, lignificati, di colore giallo-arancio all'interno, con gemme sporgenti, formano una fitta rete e possono estendersi fino a 7 m dal ceppo di origine e a una profondità di 2 m.


Foglie: alterne, picciolate, semplici, a margine intero, larghe 8-10 cm, lunghe 12-15 cm, ovate, a base troncata e apice appuntito, nervature della pagina inferiore prive di peli.


Fiori: bianchi, piccoli, molto numerosi, disposti in spighe ascellari, lunghe 8-12 cm; le piante introdotte in Europa possiedono solo fiori femminili.


Fioritura: da Luglio a Settembre.


Dr. Fabrizio Buttè

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