Un’esperienza floreale in Flower Farm
Ancora poco diffuse ma tanto apprezzate dai più appassionati di fiori, le Flower Farms si stanno facendo strada nel settore florovivaistico italiano, facendosi conoscere come luoghi dove ricerca e natura si fondono per creare un ambiente magico, fonte di ispirazione ma anche occasione di svago.
Le Flower Farms, vere e proprie aziende agricole specializzate nella produzione di fiori da taglio, non solo coltivano fiori particolari e non comuni, ma lo fanno nel pieno rispetto dell'ambiente, offrendo un prodotto biologico, sostenibile, stagionale e a km0, reperibile direttamente in vivaio o dai fioristi che sposano questa filosofia slow.
Il focus principale è infatti quello di coltivare fiori con il minor impatto possibile sull'ambiente, evitando prodotti tossici ed inquinanti, e scegliendo pratiche alternative di contenimento delle malattie, lavorando molto sulla prevenzione, nell'intento di avere piante sane e forti naturalmente ostili a malattie e parassiti.
La ricerca di colui che in prima persona lavora a contatto con la terra e i fiori, chiamato ‘flower farmer’, è poi focalizzata alla selezione di varietà difficilmente reperibili, ricercate nei colori e nelle sfumature, coltivate secondo l'alternarsi delle stagioni rispettando i ritmi lenti della natura. Visitare una Flower Farm è una vera e propria esperienza per i professionisti del settore e per gli appassionati, che viene concordata con un appuntamento così da godersi in piena tranquillità la bellezza del giardino, passeggiando tra le file ordinate di fiori accompagnati dal ronzio delle api che instancabilmente visitano fiore dopo fiore, e lasciandosi trasportare dai racconti e dagli aneddoti che solo il flower farmer conosce dei suoi fiori. I colori e le forme dei fiori trasmettono allegria, il loro profumo evoca emozioni e ricordi, raccoglierli personalmente permette poi di toccare con mano la loro essenza, a volte morbida altre volte spigolosa. È la grande passione e l'amore per questo lavoro che guida ogni giorno il flower farmer alla ricerca dei fiori più speciali, o meglio alla ricerca delle sementi da cui avranno origine le numerosissime piantine.
Un lavoro tanto impegnativo quanto gratificante, in ogni suo aspetto. Essere accolti in una flower farm non vuol dire solo godere della bellezza che i fiori regalano; è l’occasione per conoscere e avvicinarsi a quello che c’è dietro a questa produzione consapevole, ricercata, dove la sperimentazione di nuove varietà appaga non solo il flower farmer ma anche il visitatore alla ricerca di un prodotto unico e stagionale, reperibile solo in determinati momenti dell'anno. Raccogliere i fiori mette poi di buon umore; i colori, dai più vivaci alle tonalità pastello, stimolano la creatività nella scelta degli elementi da utilizzare nella realizzazione del bouquet che sarà unico, originale e anche profumato! Lasciarsi guidare sul giusto stadio di raccolta permette inoltre di conoscere l'evoluzione naturale del fiore che se raccolto troppo presto non riuscirà ad aprirsi completamente, mentre troppo tardi non avrà alcuna durata in vaso.
La soddisfazione di raccogliere o far raccogliere i propri fiori appaga il flower farmer e lo ripaga di ogni fatica. Se la raccolta è il passaggio finale prima dell'utilizzo del fiore reciso, tutto ha origine dalla germinazione dei semi, che può sembrare un atto semplice che in realtà non è. Vengono impiegate principalmente due tecniche di semina: la semina diretta in campo viene adottata per le piante con radici sensibili che non tollerano il trapianto dal vasetto al pieno campo, come fiordalisi, papaveri e nigelle. I semi vengono quindi delicatamente distribuiti, e leggermente pressati, lungo file ordinate su di un terreno soffice, precedentemente ben lavorato ed integrato con sostanza organica, così da creare l'ambiente ideale per la loro germinazione. Una volta che le piantine avranno raggiunto un’altezza di 10-15cm, dovranno essere diradate così da limitarne la densità e garantire lo spazio ottimale per lo sviluppo di ciascuna piantina. Più spesso vengono invece effettuate le semine in serra fredda, o comunque in un ambiente riparato e coperto, dove si è meno soggetti alle avversità climatiche e dove si cerca di mantenere le condizioni di temperatura e umidità ottimali richieste dai semi.
Questa tecnica viene utilizzata per cosmee, calendule e bocche di leone, che gradiscono temperature miti di germinazione e non risentono del trapianto. Gli strumenti utilizzati sono vassoi, chiamati seminiere, dotati di tante piccole cellette, dette alveoli, riempiti con del terriccio fine, specifico per la semina, tale da consentire alle giovani radici di trovare un ambiente ideale per il loro sviluppo. Una volta germinati e sviluppate almeno una coppia di giovani foglie, le piantine vengono spostate dalle piccole celle in vasetti più grandi, fino al raggiungimento dello sviluppo ottimale per il trapianto in pieno campo dopo un periodo di adattamento alle condizioni climatiche esterne alla serra di circa una settimana. Una volta trapiantate in campo, le piantine dovranno essere sufficientemente forti da sopravvivere alle avversità ambientali, agli sbalzi di temperatura, agli attacchi di parassiti e malattie. Ogni tipologia di pianta ha le sue necessità; alcune richiedono che il seme non venga coperto dal terriccio in quanto la luce facilita la germinazione, altre invece necessitano del buio, pertanto andranno seminati più in profondità. Inoltre ogni pianta ha il suo progetto biologico, che si conclude con la produzione dei semi per la sopravvivenza della specie. Conoscere dunque tutto il lavoro, la pazienza e la dedizione che c’è dietro a queste realtà sicuramente permette di avere un approccio ancor più consapevole nei confronti di ogni stelo raccolto, che acquisterà un valore maggiore che andrà oltre alla sua bellezza.
Dr.ssa Lavinia Leoni
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