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Un racconto su mangrovie, fanerogame e paludi di acque salmastre

Zone umide costiere: le centrali elettriche della natura.

L'oceano copre il 71% della superficie del pianeta. Ci nutre, ci protegge e assorbe oltre il 90% del calore in eccesso generato dal riscaldamento globale. Il sostentamento di circa 3 miliardi di persone, quasi il 40% della popolazione mondiale, dipende dalla biodiversità marina e costiera.

Lanciato ufficialmente dalle Nazioni Unite (ONU) il 1° gennaio 2021, il “Decade of Ocean Science for Sustainable Development” che copre il periodo dal 2021 al 2030, richiama la scienza sul fatto che "Abbiamo bisogno dell'oceano che vogliamo" con l'obiettivo di “catalizzare soluzioni trasformative della scienza oceanica per lo sviluppo sostenibile, unendo le persone al nostro oceano”.

Oltre alla Giornata mondiale delle zone umide (nota 1), che si svolge ogni anno il 2 febbraio, la Giornata internazionale per la conservazione dell'ecosistema delle mangrovie, che si celebra il 26 luglio, vuole sensibilizzare in modo particolare l'importante valore sociale, economico ed ambientale delle foreste di mangrovie.

Le mangrovie sono un gruppo di alberi e arbusti che crescono e vivono nelle regioni costiere. Presenti all'intersezione tra terra e mare, detta anche zona intertidale, entro 30° dall'equatore, sono considerate zone umide tropicali e subtropicali. Gli ecosistemi di mangrovie sono tra gli ecosistemi più produttivi e biologicamente complessi, fornendoci significativi benefici socioeconomici.

Il danno globale delle mangrovie è diventato sostanziale negli ultimi anni. Gli ecosistemi di mangrovie stanno scomparendo da tre a cinque volte più velocemente rispetto alle foreste terrestri. Si stima che la copertura globale di mangrovie si sia ridotta della metà negli ultimi 40 anni. Gli impatti umani diretti sono responsabili di oltre il 60% della perdita di mangrovie. Le cause primarie includono la conversione in terreni agricoli, l'acquacoltura e l'urbanizzazione costiera. Le cause naturali o indirette costituiscono il restante 40% delle perdite, inclusi l'erosione, l'innalzamento del livello del mare e le tempeste, la maggior parte delle quali sono aggravate dai cambiamenti climatici. Parte del problema è che in passato le mangrovie sono state considerate di scarso valore. Tuttavia, le mangrovie forniscono un supporto fondamentale alla pesca tradizionale e commerciale. Fungono da habitat di vivaio, riproduzione schiusa per la pesca offshore ed esportano materia organica nell'ambiente marino, producendo nutrienti per la fauna sia nelle stesse mangrovie che negli ecosistemi marini ed estuari adiacenti. Si stima che nel mondo ci siano oltre 4,1 milioni di pescatori che pescano all’interno di mangrovieti, numerose altre persone traggono beneficio da questa attività per lavoro e nutrizione.

Le mangrovie svolgono anche un ruolo cruciale nella protezione del litorale, dove fungono da barriere naturali, dissipando l'energia erosiva delle onde e riducendo l'impatto di uragani, cicloni, tsunami e mareggiate. Diversi studi hanno documentato che le regioni con mangrovie intatte hanno avuto livelli di devastazione, causati da disastri naturali, significativamente inferiori rispetto a quelle con mangrovie degradate o eliminate, a causa del loro ruolo significativo nella stabilizzazione dei sedimenti fini, contribuendo alla stabilizzazione della costa e al controllo dell'erosione.

Rizophora mangle (Mangrovia), ecosistema a Mangrovie



Si stima che ogni anno i sistemi di mangrovie prevengano oltre 65 miliardi di dollari di danni alla proprietà e riducano il rischio di inondazioni per circa 15 milioni di persone.

Sulla base di questi ed altri vantaggi, i ricercatori stimano il valore monetario, o “servizi eco sistemici” (nota 2) forniti dalle mangrovie in 194.000 dollari USA annuali per ha, che si traduce in 32 miliardi di dollari USA annuali per le foreste di Mangrovie esistenti a livello globale.

Inoltre, negli ultimi dieci anni gli scienziati hanno scoperto che le praterie di fanerogame, le piante presenti nelle acque salmastre e le foreste di mangrovie sono tra i serbatoi di carbonio più intensivi al mondo. Le mangrovie immagazzinano fino a 10 volte più carbonio delle foreste terrestri (nota 3). Sebbene coprano meno del 2% dell'area oceanica totale, rappresentano la metà del carbonio immagazzinato negli oceani grazie alla loro capacità di assorbire il carbonio atmosferico e intrappolarlo per lunghi periodi di tempo. La loro elevata capacità di captazione e stoccaggio di carbonio le rende una parte fondamentale della soluzione ai cambiamenti climatici.

Sulla base di uno studio recente (nota 4), la foresta di mangrovie ha un'area totale nel mondo di 136.000 km2. Sebbene rappresenti meno della metà (45%) della superficie totale dell'Italia (302.073 km2), la foresta di mangrovie del mondo immagazzina attualmente un equivalente di carbonio di oltre 21 Gigaton (GT) di CO2, che rappresenta quasi l'80% del totale delle emissioni di CO2 stimate in 36,4 GT di CO2 nel 2021, equivalenti a quasi la metà del petrolio consumato dagli Stati Uniti nel 2021 (7,22 miliardi di barili).


(Stoccaggio del Carbonio in: foresta

boreale, foresta tropicale, piante marine, palude di acqua salmastra, mangrovie)




Credito di carbonio contro compensazione del carbonio.

Un credito di carbonio o carbon credit è un certificato negoziabile, ovvero un titolo equivalente ad una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie ad un progetto di tutela ambientale realizzato con lo scopo di ridurre o riassorbire le emissioni globali di CO2 e altri gas ad effetto serra.

La compensazione del carbonio si definisce come "una qualsiasi attività volta a compensare l'emissione di anidride carbonica (CO2) o di altri gas a effetto serra (misurata in anidride carbonica equivalente, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 altrove. In altre parole, la compensazione del carbonio (carbon offsetting) è un meccanismo che permette a organizzazioni e individui di compensare le proprie emissioni di CO2 attraverso il supporto a progetti di riduzione delle emissioni certificati, i quali assorbono o evitano la CO2.

Tale meccanismo si realizza attraverso l'acquisto di crediti di carbonio, dove 1 credito di carbonio corrisponde a 1 tonnellata di CO2 assorbita o evitata dal progetto.

“Blue carbon” si riferisce al carbonio (anidride carbonica - CO2) immagazzinato negli ecosistemi costieri e marini, comprese le zone umide costiere, come mangrovie, fanerogame marine e saline. I crediti di carbonio blu sono creati dalla crescita e dalla conservazione di piante che assorbono carbonio, come le foreste di mangrovie e il loro habitat marino associato. Come mostrato nella figura 1, le compensazioni di carbonio blu possono rimuovere quantità importanti di emissioni e diventare sempre più importanti come meccanismo per combattere il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Tuttavia, se questi ecosistemi vengono degradati o danneggiati, la loro capacità di assorbimento del carbonio viene persa o diminuita e il carbonio immagazzinato viene rilasciato, con conseguente emissione di anidride carbonica (CO2). Pertanto, solo gli sforzi di conservazione che proteggono, gestiscono in modo sostenibile, ripristinano o espandono mangrovie, praterie di fanerogame e paludi costiere possono garantire che questi ecosistemi costieri continuino a svolgere il loro ruolo di serbatoi di carbonio a lungo termine.

Rizophora mangle (Mangrovia), Thalassia testudium (pianta sommersa)



A maggio 2021, VERRA (nota 5) ha registrato il suo PRIMO progetto di conservazione “Blue Carbon”, un passo fondamentale per intensificare l'azione per il clima. Il progetto Blue Carbon nel Golfo di Morrosquillo in Colombia catturerà quasi un milione di tonnellate di anidride carbonica in 30 anni, conservando e gestendo in modo sostenibile 7.561 ettari di ecosistema costiero di mangrovie, paludi e corsi d'acqua associati.

Le sue attività “Blue carbon” forniscono anche importanti benefici economici, sociali e ambientali per le comunità locali, come ad esempio:

• Rafforzare la capacità istituzionale locale attraverso la partecipazione della comunità nelle pratiche di gestione sostenibile;

• Salvare, riabilitare e proteggere l'habitat di diverse specie in via di estinzione, come lamantini e lontre;

• Ridurre le barriere sociali legate alla povertà, promuovendo posti di lavoro e attività come l'apicoltura e l'ecoturismo;

• Introdurre fonti di cibo sostenibili come gli orti comunitari.


Compensazioni di carbonio blu in Europa

I progetti certificati di compensazione del carbonio blu sono stati tradizionalmente associati agli ambienti tropicali e, più specificamente, alle foreste di mangrovie. Tuttavia, con l'entrata in vigore dell'accordo di Parigi (nota 6) nel novembre 2016, esiste un potenziale significativo per la certificazione secondo gli standard volontari del carbonio per sostenere lo sviluppo di progetti di carbonio blu in Europa e nel Mediterraneo. Gli ecosistemi costieri del carbonio blu in Europa e nel bacino del Mediterraneo sono costituiti principalmente da praterie di fanerogame e saline. Le praterie di fanerogame si trovano in tutto il Mediterraneo e nel Nord Atlantico e sono state identificate come importanti serbatoi di carbonio organico. La specie Posidonia oceanica è la più abbondante e diffusa nel Mediterraneo e ha un potenziale di stoccaggio del carbonio di ben 1.500 tonnellate di CO2 per ettaro. L'Italia ha una prateria di fanerogame che copre 337.611 ettari. Proprio come le foreste di mangrovie, la perdita di praterie di fanerogame in Europa e nel Mediterraneo può essere attribuita a impatti antropici diretti e indiretti. Questi includono la scarsa qualità dell'acqua e l'erosione meccanica (rete a strascico e ancoraggio); interramento delle fanerogame causato dalla costruzione di nuove difese e infrastrutture costiere; tempeste e ondate di caldo marine che hanno un impatto significativo sulla stabilità di questi ecosistemi. Si stima che un terzo delle fanerogame marine europee sia andato perso a causa di malattie principalmente negli anni '70 e '80. Tuttavia, dalla fine del ventesimo secolo tale, declino è stato gradualmente rallentato e in alcuni punti le praterie di fanerogame si stanno riprendendo grazie alle misure dell'UE per migliorare la qualità dell'acqua.

Il "Manual for the Creation of Blue Carbon Projects in Europe and the Mediterranean", pubblicato dal Centro IUCN (nota 7) per la cooperazione mediterranea nel maggio 2021, ci fornisce la guida per lo sviluppo di progetti (v. figura 2 e 3) che utilizzano i finanziamenti relativi alla riduzione del carbonio per migliorare , proteggere e sviluppare gli ecosistemi delle fanerogame marine e delle zone umide costiere (nota 8) per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare in Europa e nella regione del Mediterraneo.


(Nelle aree con paludi costiere: ripristino delle paludi, creazione di paludi artificiali attraverso rimboschimento, miglioramento delle paludi degradate, creazione di aree protette, conservazione attraverso misure preventive)




(Nelle aree con piante marine: ripristino di aree degradate all’interno di una prateria in buono stato, rivegetazione di aree degradate, riduzione della sostanza organica/intrusione chimica nell’area di influenza, ripristino dell’idrodinamismo naturale ad esempio con cattura di sedimenti nei fiumi, conservazione attraverso misure preventive ad esempio con scogliere artificiali o boe ecologiche)




La vendita di crediti di carbonio generati attraverso progetti europei e mediterranei di carbonio blu nelle paludi salmastre costiere e nelle fanerogame marine consentirebbe il potenziamento, il ripristino, la conservazione e lo sviluppo di questi ecosistemi, consentendo al contempo alle società private di sostenere il raggiungimento dei loro obiettivi di emissioni nette pari a zero.

Sebbene ad oggi non ci siano progetti certificati blue carbon in Europa, ci sono alcune organizzazioni che hanno iniziato a intraprendere attività di conservazione e rigenerazione a sostegno del sequestro del carbonio.

Una di queste organizzazioni, il progetto SeaForest LIFE intende migliorare l'uso del finanziamento per il clima per la conservazione e il ripristino delle praterie di Posidonia oceanica. Attualmente non esistono meccanismi strutturati per valorizzare economicamente le riserve di carbonio delle praterie di Posidonia oceanica.

Il meccanismo del Carbon Market, ampiamente utilizzato per le attività di mitigazione climatica realizzate negli ecosistemi terrestri, non prevede ancora la possibilità di monetizzare le riserve di carbonio delle praterie di Posidonia oceanica.

Il progetto Seaforest LIFE sarà realizzato nell'Arcipelago del Parco Nazionale della Maddalena, nel Parco Nazionale dell'Asinara e nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni in Italia. Questo progetto creerà un mercato del carbonio su base volontaria per la vendita e l'acquisizione dei crediti di carbonio generati con una piattaforma informatica nazionale.

Nella seconda fase, si prevede che l'approccio piattaforma e mercato del carbonio sarà esteso a tutti i paesi del Mediterraneo e potrà essere esteso anche a nuove aree marine protette.



Note:


1) Questo giorno segna anche la data dell'adozione della Convenzione sulle zone umide, il 2 febbraio 1971, nella città iraniana di Ramsar. La Convenzione sulle zone umide (RAMSAR) è un trattato intergovernativo che fornisce il quadro per l'azione nazionale e la cooperazione internazionale per la conservazione e l'uso responsabile delle zone umide e delle loro risorse.


2) I servizi ecosistemici sono prodotti, condizioni o processi di sistemi naturali che danno benefici diretti o indiretti agli esseri umani.


3) Sanderman, et al (2018). Una mappa globale del carbonio del suolo della foresta di mangrovie con una risoluzione spaziale di 30 m. (Lettere di ricerca ambientale).


4) Stato delle mangrovie del mondo (2021) GMW.org


5) VERRA è un leader globale che aiuta ad affrontare le sfide ambientali e sociali più difficili del mondo sviluppando e gestendo standard che aiutano il settore privato, i paesi e la società civile a raggiungere ambiziosi obiettivi di sviluppo sostenibile e azioni per il clima.


6) Gli ecosistemi di carbonio blu fanno parte dell'Accordo di Parigi, che include raccomandazioni politiche per il carbonio blu nel Regolamento di Parigi. La strategia Blue Carbon (BC) si riferisce agli approcci che mitigano e si adattano ai cambiamenti climatici attraverso la conservazione e il ripristino degli ecosistemi di fanerogame, paludi salmastre e mangrovie.


7) IUCN - Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.


8) Fonte: Manuale per la realizzazione di progetti blue carbon in Europa e nel Mediterraneo.


Sibylle Nuenninghoff è una specialista in risorse naturali con oltre 30 anni di esperienza nei paesi in via di sviluppo, principalmente in Africa, America Latina e Caraibi.


In qualità di capo specialista regionale presso la Banca interamericana di sviluppo -IDB, è stata capo progetto di programmi finanziati dall'IDB nel settore agricolo, ambientale e turistico, eseguiti in diversi paesi membri della Banca in America centrale e nei Caraibi.


Ha conseguito una laurea in ingegneria agronomica presso la Facoltà di Scienze Agrarie e Nutrizionali dell'Università di Kiel, in Germania, e un MBA in gestione ambientale presso la stessa Università.



Ing. Agronomo

Sybille Nuenninghoff




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