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Elogio dei Carradori

Le foto indicano i danni provocati dalle acque di piena del Rio la Valle di Calcinate del Pesce al muro di recinzione di una villetta confinante con il torrente. Il dissesto è avvenuto nell'estate del 2018 a seguito di un poco più che normale evento meteorico. Andando al sodo, la vera causa del collasso del muro di recinzione della foto è da ricercare nell'accumulo di ghiaia e sabbia alla foce del Rio la Valle, là dove la riduzione della velocità delle acque favorisce la sedimentazione dei detriti con conseguente progressivo innalzamento del fondo allo sbocco del Rio.

È evidente che le acque del torrente in piena, trovando alla foce uno sbarramento al regolare deflusso, sono costrette ad innalzarsi verso monte, nel nostro caso di circa 1,4 m, generando esondazioni (per effetto diga), erosioni e notevole apporto di inerti allo sbocco finale. Questo fenomeno era ben noto ai vecchi carradori, che con un carro trainato da buoi o cavalli giungevano come potevano alla foce dei principali immissari del lago (torrente Luna, Rio la Valle, torrente Tinella etc.) per rifornirsi di ghiaia e di sabbia per gli usi locali, liberando così la foce e agevolando il deflusso dei torrenti. L'opera di questi carradori è stata senz'altro benemerita perchè l'asportazione di inerti dall'alveo e dalla foce, (non esistevano allora leggi che regolassero l'estrazione di ghiaia e sabbia) garantì per lungo tempo l'agevole deflusso delle acque di piena dei torrenti scongiurando fenomeni di dissesto idrogeologico come quello documentato. Dissesto piccolo paragonato alle catastrofi avvenute in Italia questo autunno, ma sintomatico di una trascuratezza politicogestionale del reticolo idrico nazionale. Oggi non ci sono più i carradori che "pulivano" la foce e gli alvei dei torrenti ma - qui sta il problema - non c'è nessun altro che li surroga. Perchè il collasso del muro non degeneri ampliandosi il Comune, a cui spetta la gestione del reticolo idrico, è costretto a ricostruire - a sue e nostre spese - il tratto di muro per mancanza dell'opera dei "carradori". Al Comune di Varese - che deve potenziare e meglio valorizzare l'importantissimo servizio di Polizia Idraulica per scongiurare dissesti idrogeologici di entità maggiore - non manca la possibilità di selezionare imprese dotate di adeguate attrezzature per il dragaggio, la pulizia e lo sgombero dei detriti lungo i tratti fluviali critici ma soprattutto allo foce dei diversi torrenti e innumerevoli torrentelli che sfociano a lago. Solo così si possono prevenire, evitando interventi a posteriori, i diffusi dissesti connessi all'intricato reticolo idrico varesino.

La sedimentazione di inerti allo sbocco a lago di questi enti idrici è un processo continuo e naturale - subdolo perchè poco visibile - che produce un ampliamento progressivo delle conoidi lacustri, soprattutto della loro parte sommersa. Per laghi di bassa profondità come quello di Varese, si pone il problema dell'interramento del bacino lacustre, aspetto trascurato nell'accesa diatriba sul risanamento del nostro lago e su cui si cercherà di argomentare nel prossimo numero di questa Rivista.


Dr. Pierercole Zuccato

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